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Foibe e polemiche

di Leonardo Rossi11 Febbraio 2013
11 Febbraio 2013

Nel giorno del ricordo delle vittime delle foibe monta ancora la protesta. La cerimonia onora le centinaia di italiani gettati nelle fosse carsiche dalle truppe titine solo perché italiani ed è ancora fonte di rancore. Numeri ancora incerti e popolo italiano diviso tra chi vuole ricordare e chi vuole dimenticare. Intanto dopo le celebrazioni istituzionali il popolo della rete protesta: «Basovizza, l’anno scorso a commemorare le foibe andò Schifani, quest’anno nessuno. Un segno di maggior rispetto». Ed è solo uno dei tanti tweet che in queste ore rimbalzano sul web. Gli internauti sottolineano l’assenza delle massime autorità politiche alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo, in onore delle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo del popolo della regione giuliano-dalmata. Il deputato Menia risponde: «un tecnico qualsiasi del governo doveva venire a Basovizza».

Il ricordo dei politici. Ma il premier Monti li ricorda quei morti. Lo fa con una nota il presidente del Consiglio: «Il giorno del ricordo – dichiara – è l’occasione per tenere viva in tutti noi la memoria di una pagina drammatica della storia nazionale». Anche Perluigi Bersani, segretario Pd, commenta la giornata: «Questa Giornata restituisce all’Italia la memoria di un dramma per troppo tempo negato». Ma la sinistra è ancora spaccata: a Milano Giuliano Pisapia toglie la parola all’associazione istriano dalmata durante la manifestazione per la memoria delle Foibe, causando la reazione dei presenti che dicono «non era mai accaduto che non ci dessero la parola alla cerimonia – conferma il segretario Romano Cramer – è la prima volta che non ci fanno parlare, ci sentiamo umiliati». Ma Foibe e sinistra non sono sempre andati d’accordo. Il progetto di legge 1874, quello che istituiva la Giornata della Memoria, non fu votato da Nichi Vendola, Giuliano Pisapia, Cossutta padre e figlia, e tanti altri.

Elezioni e foibe. E come ogni anno, non si è trattato di una giornata normale. Le polemiche e i gesti si sono ripetuti. Ignoti durante la notte si sono accaniti in via Bobbio a Genova sulla pietra che ricorda l’eccidio, stessa cosa è accaduta a Torino. «Ma Nichi Vendola è capace di spendere due parole per una tragedia nazionale come quella delle foibe? – chiede Francesco Storace, leader della Destra, candidato governatore del Lazio – Il silenzio del numero due del centrosinistra è vergognoso e dimostra quanto ipocrita sia lo stesso silenzio dei suoi alleati sul suo indecente comportamento. Vendola lo dica: le foibe furono o non un crimine comunista?». «È intollerabile che rappresentanti istituzionali del centrodestra continuino a strumentalizzare vergognosamente la storia per i propri interessi di parte», lo dice Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Rivoluzione Civile e presidente del Consiglio del XVII Municipio,che  ripresenta la tesi storiografica della “vendetta anti italiana”: «Non possiamo dimenticare, infatti, che fu proprio l’italianizzazione forzata dell’Istria e le violenze di massa, operate dal regime fascista in quei territori, che accesero quella miccia che produsse successivamente altre morti». Finisce con un monito Barbera: «gli eredi ‘storici e culturali di quei regimi che hanno insanguinato l’Italia e l’Europa, che oggi, indossato il doppiopetto, rialzano la testa, non possono di nuovo prevalere nei nostri Paesi».

Leonardo Rossi


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