La ripresa è salva per il 2022 e il 2023, ma la recrudescenza del virus rallenterà la crescita. È quanto afferma il Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha delineato le conseguenze economiche della rapida diffusione della variante Omicron. Il 25 gennaio il Fondo pubblicherà le ultime stime aggiornate, ma già questa mattina gli economisti Stephan Danninger, Kenneth Kang e Hélène Poirson hanno messo in guardia soprattutto le economie emergenti, che dovranno prepararsi a “episodi di turbolenza economica”.
Sebbene si sia rivelata meno letale delle precedenti, la variante Omicron si diffonde molto più velocemente. Questo ha reso necessarie delle restrizioni che, secondo Danninger, Kang e Poirson, possono compromettere la crescita.
Un effetto, visibile nel breve periodo, sarà il rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Banca centrale americana per combattere l’inflazione. Una misura di questo genere, tuttavia, andrebbe a colpire economie già indebolite da alti livelli di inflazione e debito pubblico. Un aumento più rapido dei tassi da parte della Federal Reserve potrebbe, inoltre, “scuotere i mercati finanziari e stringere le condizioni finanziarie a livello globale”, aggiungono gli economisti del Fondo. Questo perché un rallentamento della domanda e del commercio Usa potrebbero portare a “deflussi di capitali e al deprezzamento della valuta nei mercati emergenti”.
Per far fronte a queste eventualità, gli economisti del Fmi suggeriscono di adeguare repentinamente le politiche monetarie e fiscali per evitare shock. Ma accanto a misure immediate dei singoli Paesi, sottolineano i tre studiosi, in certi casi potrebbe essere necessario fare affidamento a reti di sicurezza internazionale, come “linee di scambio, accordi di finanziamento regionale e risorse multilaterali”.
