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“Ballarò” di Giannini triplica gli ascolti sul Floris. Ma il successo è dei Cesaroni

di Samantha De Martin17 Settembre 2014
17 Settembre 2014

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Tra i due litiganti i Cesaroni godono. La tanto attesa battaglia tra talk show, condotta dall’ex penna di Repubblica, Massimo Giannini, e dal conduttore figlio dell’esercito di casa Rai, Giovanni Floris, si è combattuta ieri sui campi della prima serata di Rai3 e La7 (costringendo il pubblico ad uno sfrenato ping pong televisivo alla scoperta del debutto migliore) ma ha fatto registrare uno share troppo basso rispetto alle ambiziose aspettative di pubblico e stampa. Con il 16,06% di ascolti, la terza puntata de I Cesaroni 6 su Canale 5, si è aggiudicata la sfida Auditel del martedì, a fronte dell’8,66% di “Ballarò” e del 3,46% riportato dal programma di Floris (che al suo debutto nella scorsa stagione aveva ottenuto il 13,56%). Successo quasi triplicato per l’ex giornalista di Repubblica, che suscita però poco entusiasmo tra i critici televisivi, a causa del suo ritmo poco vivace e di uno “standing” decisamente poco adatto allo schermo.

È cominciato alle 21 il nuovo “Ballarò” di Massimo Giannini, con un solenne discorso inaugurale che suonava ora come un’apologia al buon giornalismo di mamma Rai, ora come un benevolo messaggio di pace rivolto al collega Floris, “senza il quale questo programma non sarebbe diventato quello che è”. “Gli azionisti di riferimento – ha esordito Giannini – non saranno mai i partiti di maggioranza né di opposizione, ma i cittadini che hanno diritto di capire e di conoscere”.

Nessun messaggio al collega della Rai è stato rivolto da Floris che, attenendosi al tradizionale copione del vecchio “Ballarò”, ha affidato la copertina del suo “Di martedì” alla solita, ma affatto scontata ironia di Maurizio Crozza che ha tacciato il conduttore di poca fantasia (il riferimento è ai titoli della striscia condotta da Floris, “19.40” e “Di martedì”). Mentre Crozza parlava su La7, un poco disinvolto Massimo Giannini, spogliato delle seriose vesti della carta stampata e vestito di un troppo stretto abito cucito dal brio dello schermo, intervistava Roberto Benigni, non nello studio di via Teulada, ma in un lussureggiante giardino assolato con tanto di poltrone. Un’intervista chiusa dalla bella esortazione del comico toscano, “Ricordatevi del futuro”, una post produzione che ha smorzato forse la vivacità incalzante della diretta tipica del talk tradizionale. Matteo Renzi è stato, com’era prevedibile, il leitmotiv dell’ironia di Roberto Benigni e di Maurizio Crozza. Il comico genovese lo ha imitato con tanto di parrucca rivolgendosi al conduttore: “Giova, sei la prova vivente che mantengo sempre le mie promesse, senza nemmeno aspettare i mille giorni…”. “Bisogna dargli fiducia”. Uno che è riuscito a far vincere il Pd è capace di cose incredibili” è stato invece il commento su Renzi della poco acuminata ironia di Benigni. Poi le due trasmissioni sono proseguite, ciascuna con i propri ospiti, sviscerando un copione quasi identico. Romano Prodi, Graziano Delrio, Maurizio Landini, Renato Brunetta si sono confrontati sulle poltrone di “Ballarò”, mentre Manuela Repetti, Corrado Passera, Debora Serracchiani e Pietro Grasso sono stati gli ospiti sfoderati da un sorridente e incalzante Floris, prima dell’ “asso” finale, Eugenio Scalfari.

Tra le novità introdotte da Giannini, il collegamento in esterna da una cava di Massa Carrara, l’appuntamento con la “password” di Ilvo Diamanti, i cartelli della sondaggista Alessandra Ghisleri e, in coda al programma, il trailer della fiction a puntate, “Il candidato”.

Intorno alla mezzanotte è calato il sipario sulle due vetrine del talk, con Floris che lanciava il suo solito scaramantico “Alè” e Giannini che chiudeva con la formula all’italiana di “Good night and good luck”.

Una serata, quella di ieri, nella quale all’autorevole salotto della politica, i gusti del pubblico hanno preferito la leggerezza della fiction e i rilassati accenti della commedia.

Samantha De Martin

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