Qualche settimana fa il New York Times ha pubblicato un articolo che segnalava una sparatoria nel Kentucky, come “l’undicesima da inizio anno in una scuola”. Le stragi nelle scuole statunitensi infatti, sono sempre più frequenti, soprattutto in questo 2018 appena iniziato. Dal 23 gennaio si è sparato in altre sette scuole americane: quella di ieri a Parkland, in Florida, è la diciottesima. Lo ha ribadito lo stesso presidente Donald Trump, che con un tweet ha fatto sapere della sua preoccupazione in quanto dovrebbe trattarsi “del luogo più sicuro per i propri figli”. Ma negli Stati Uniti non è così.
Nel frattempo, continuano le indagini su Parkland. Gli investigatori ritengono che il 19enne Nikolas Cruz, ritenuto responsabile della sparatoria in cui sono morte 17 persone, abbia azionato l’allarme anti incendio ieri nella sua ex scuola in Florida per far uscire dalle classi alunni e docenti e aumentare il numero delle vittime. L’ex studente era equipaggiato con un fucile d’assalto semi automatico AR-15, una maschera a gas, bombe fumogene e molti caricatori. Dopo aver sparato, si sarebbe confuso tra le centinaia di ragazzi che scappavano. La polizia lo ha catturato nelle vicinanze dopo averlo identificato dai video del sistema di sorveglianza della scuola.