Dagli 800 ai 15 mila euro di risparmio sulle tasse. È quanto previsto dopo le prime simulazioni del Cna (Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa) sull’ampliamento al 15 per cento del regime forfettario della flat tax. Il beneficio dovrebbe andare ai lavoratori autonomi e alle partite iva, dopo l’estensione alle attività con 65 mila euro di ricavi.
Lo studio
Il regime attuale, in vigore dal 2016, prevede diversi limiti di ricavi, con una soglia compresa tra 25 mila e cinquantamila euro, distinta per attività economica sulla base dei codici Ateco. Al vaglio l’ipotesi che i limiti in vigore siano unificati ed elevati a centomila euro, mantenendo la tassazione del 15% entro il limite di 65 mila euro e prevedendo oltre tale limite l’applicazione di una imposta sostitutiva del 20%.
A ottenere più vantaggi nel passaggio al regime forfettario che sostituisce Irpef, Irap e Iva sono le categorie con alte percentuali di redditività sui ricavi: nel caso degli edili, ad esempio, la redditività è all’86 per cento mentre per i professionisti è al 78 per cento. Il risparmio sulle tasse cresce al crescere del reddito ma anche all’aumento della redditività perché cresce il reddito sui cui applicare una tassazione agevolata.
Ma a incidere sulla platea potenziale degli interessati saranno anche i paletti dei costi fissi da rispettare: all’attuale regime, infatti, può aderire chi sostiene costi per prestazioni di lavoro inferiori a cinquemila euro o un costo complessivo di beni strumentali, al lordo degli ammortamenti, inferiore a ventimila euro.
Tra le categorie che trarrebbero maggior vantaggio, secondo le simulazioni della Cna, ci sarebbero anche rappresentanti e ambulanti che hanno anche alte percentuali di redditività (sopra il 50 per cento), mentre benefici più limitati sarebbero riscontrati dalle altre categorie già oggi interessate, che hanno una redditività del 40 per cento come i commercianti all’ingrosso e negozianti.