HomeCronaca In prima fila a raccontare la Storia. Per gli allievi del master in giornalismo è tempo di ricordi, bilanci e sogni. E ora…avanti i prossimi!

In prima fila a raccontare la Storia. Per gli allievi del master in giornalismo è tempo di ricordi, bilanci e sogni. E ora…avanti i prossimi!

di Marcello Gelardini30 Ottobre 2013
30 Ottobre 2013

È tempo di bilanci a Lumsanews.  Si chiudono i nostri due anni di master in giornalismo. Si parte per gli stage finali. Poi il grande scoglio, la vetta del cammino, il giorno della verità: l’esame da professionista. Dopodiché il sogno di una vita potrebbe diventare realtà. Consapevoli che, in ogni caso, sarebbe solo un nuovo punto di partenza, alla ricerca di soddisfazioni sempre più grandi.

Articoli di Marcello Gelardini & Anna Serafini

La palestra. Il “Credo nella professione giornalistica” di Walter Williams è incorniciato, vicino alla porta. È lì almeno dal 30 gennaio 2012, il nostro ‘primo giorno di scuola’. Già nelle prime tre righe è racchiuso il senso più profondo di questa strada che abbiamo scelto: “pubblica fiducia”, “responsabilità”, “servizio”. Se in questi due anni fossimo riusciti a immagazzinare questi tre concetti, il nostro “zainetto” di giornalisti conterebbe l’essenziale. Guardiamo a quell’A4 incorniciato e ci piace pensarlo come un punto fisso nel mare d’incertezze in cui, come generazione e come giornalisti, ci troveremo a nuotare tra qualche mese. Speranze, entusiasmo e fiducia in noi stessi a parte.
Dall’altro lato di quella porta, la nostra bacheca. Risultati di esami e bandi di concorso convivono con foto e caricature. Tra gli altri, c’è un Alessandro Filippelli, giubbino di pelle e Rayban scuri addosso: il nostro Fonzie. E un Carlo Di Foggia concentrato, durante un’esercitazione di giornalismo fotografico, a immortalare un colombo… a Piazza San Pietro. Perché, oltre a scrivere, montare, speakerare e a lavorare sodo, ci siamo anche divertiti.
Ciò che non siamo mai riusciti a capire, però, è il mistero della dissoluzione dei giornali: quale sia quella legge scientifica per la quale entrando in quest’aula la mazzetta dei quotidiani si smaterializzi in un massimo dieci minuti è ancora un’incognita.
Gli allenatori. In questi 24 mesi, in questa stessa stanza, ci hanno insegnato qualche trucco del mestiere Francesco Bongarrà, Pier Paolo Cito, Paolo Corsini, Francesco Giorgino, Alessandro Guarasci, Flavio Haver, Enrico Marro, Andrea Melodia, Fausto Pellegrini, Stefano Polli, Massimo Razzi, Vittorio Roidi, Gennaro Sangiuliano, Pino Scaccia, Giancarlo Tartaglia e Jacopo Volpi. Alle loro lezioni si sono aggiunte quelle dei docenti universitari e le testimonianze di professionisti dell’informazione, tra cui Giampaolo Cadalanu, Franco Di Mare, Sergio Lepri, Michele Mirabella, Sandro Petrone, Marco Sassano, Barbara Schiavulli e Ugo Tramballi.
Ma, soprattutto, ogni mattina in redazione ci ha allenato lui: Guido Alferj (carta stampata e online), il nostro “Guidoneee”, come lo chiama il collega Giampiero Bellardi, guida per il giornalismo radiofonico e televisivo. Quello che abbiamo costruito in questi mesi lo dobbiamo anche a loro, a Pino Di Salvo e Giovanni Ciarlo, alle tutor Monia Nicoletti e Nicole Di Teodoro, al tecnico di produzione Michele Farro, al direttore scientifico Gennaro Iasevoli, al direttore professionale Cesare Protettì, a Camilla Rumi e a tutti coloro che in quest’aula sono entrati anche solo di passaggio. Per ogni nome, almeno 30 ricordi.
The end… ma è solo l’inizio! C’è tutto questo in questo stanzone mascherato da aula informatica. Ci siamo noi, come siamo arrivati e come ne usciamo. C’è tutto ciò a cui abbiamo rinunciato per stare qui, la vita condivisa, le nostre amicizie, incomprensioni, ambizioni, le esperienze interiorizzate degli stage, i nostri lavori, i nostri premi. È tutto questo mondo che salutiamo. Non solo voi, lettori, per i quali la frequentazione di questo mondo ha senso. Così la porta di quest’aula si chiude alle nostre spalle. The end, verrebbe da dire. Invece no. Abbatteremo il portone che intravediamo e ci ritroveremo ancora. Su altre pagine. 

E per finire…
Tutto quello che avreste voluto sapere sul Master (in trenta righe).
11 febbraio 2013: Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni dal pontificato. Poche centinaia di metri separano la nostra redazione dal palazzo apostolico. È subito caos, l’occasione è di quelle da cogliere al volo. La storia che ti entra in casa. Inizia un periodo faticoso ma, al tempo stesso emozionante, in cui Lumsanews si mobilita in massa per seguire un evento mai verificato prima. Le tappe di avvicinamento al giorno dell’uscita di scena di Papa Ratzinger, la sede vacante, il conclave, la folla oceanica per l’elezione di Papa Francesco e il sorprendente inizio del suo pontificato. Con noi sempre in prima fila per immortalarne e raccontarne ogni momento. Indubbiamente il punto più alto del nostro praticantato. Ma come dimenticare il resto. I grandi reportage: in Catalogna, sulle tracce degli indipendentismi; in Grecia, nel cuore della crisi globale; ad Auschwitz, testimoni dell’orrore nazista. Le inchieste di casa nostra: la Sicilia dei petrolchimici; il Muos di Niscemi; il viaggio a L’Aquila, città fantasma a quattro anni dal sisma. L’esperienza al Festival del Cinema di Venezia. E ancora: il Festival del giornalismo di Perugia e quello di Internazionale a Ferrara, fianco a fianco con i professionisti del settore. La cronaca di Roma con i problemi di una città in continua trasformazione: la viabilità, l’edilizia selvaggia e l’ambiente; ma anche la criminalità dilagante, l’emergenza casa, l’artigianato e, naturalmente, la politica con gli scandali in Regione e l’elezione al Campidoglio di Marino. E poi i grandi temi: la crisi economica, l’allarme disoccupazione, la questione carceri; gli esteri, con la crisi egiziana e il conflitto in Siria; gli interni, con la rielezione di Napolitano al Quirinale, altro evento storico passato per le nostre mani. Immancabili gli spazi dedicati a sport, cultura e spettacoli. In una parola: tutto, proprio come le grandi testate; sicuramente non con gli stessi mezzi ma certamente con lo stesso impegno e, forse, con un pizzico di entusiasmo in più. Tantissime interviste, approfondimenti, fotografie; storie rimaste impresse nella nostra memoria, tracce indelebili di un percorso esaltante sulla strada di un sogno.

Un attimo, un attimo…
Giusto per incensarci un po’. Si chiude in bellezza. Ultimi giorni di master ed ennesima soddisfazione per i praticanti. “Fiction: un mestiere per professione”, è il titolo del reportage con cui Lumsanews è stata premiata dal RomaFictionFest. L’ennesimo successo di un biennio trionfale. Un’avventura cominciata con la partecipazione alla Spring School del Ministero del Welfare, che ha premiato i migliori lavori in tema d’ integrazione, appena poche settimane dopo l’inizio del master. Successo bissato con la conquista del premio “Comunicare l’acqua”, grazie all’inchiesta sull’emergenza idrogeologica in Liguria. Un primo anno concluso col botto, con la selezione di quattro ragazzi per partecipare all’evento “America Decides”, con cui l’ambasciata Usa in Italia ha seguito l’Election Day 2012. Col nuovo anno si moltiplicano gli attestati e i riconoscimenti: la nostra inchiesta sulle librerie indipendenti di Roma vince il primo premio al “Festival del giornalismo culturale” di Urbino mentre il viaggio tra i petrolchimici siciliani porta a casa il premio “Ilaria Rambaldi”. E non finisce qui: al concorso “Videonews Challenge”, organizzato dall’agenzia di stampa Tmnews, è en plein; primo, secondo e terzo posto. E ancora: il premio “Formazione per l’informazione”, consegnato dall’Ordine dei giornalisti durante il Festival di Perugia. Un crescendo culminato  nell’ultima affermazione. Con l’auspicio che, questi, siano solo i primi passi di un percorso professionale ricco di successi

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