Il candidato alla presidenza della Repubblica francese François Fillon stamattina ha annullato la sua partecipazione alla fiera dell’agricoltura di Parigi, lasciando tutti stupiti. Le motivazioni che hanno spinto il rappresentante dei Repubblicani nella corsa all’Eliseo sono riconducibili al Penelopegate.
Lo stesso Fillon, nella conferenza stampa convocata per le ore 12 di oggi, dopo aver confermato di aver impiegato sua moglie Penelope ed i suoi figli Marie e Charles come suoi assistenti, ha confermato il suo impegno per la corsa all’Eliseo: “Non mi arrendo e non mi ritiro”. Per Fillon “ogni parlamentare seleziona elementi in base alla confidenza e competenza necessari all’incarico. Lavorare con la famiglia per la politica è una pratica che in passato era permessa e che adesso non lo è più. Per questo chiedo scusa ai francesi”.
Nella parte finale della sua conferenza, François Fillon si è scagliato contro il sistema giudiziario francese: “Lo stato di diritto viene sistematicamente violato”, e la “presunzione di innocenza è completamente scomparsa”. Sempre verso i giudici, che hanno convocato il candidato per una udienza il prossimo 15 marzo, Fillon è sicuro che non sia casuale, a due giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature presidenziale, scelta ed “interamente calcolata” per “impedirmi di essere candidato”. Sempre per il candidato dei Repubblicani “questa scelta di calendario assassina non solo me, ma l’intera elezione presidenziale”. Ma il leader de Les Répubblicains conferma “ci andrò”.
Nella convulsa mattinata precedente la conferenza stampa, Le Figaro ha battuto la notizia delle respinte dimissioni di Patrick Stefanini, capo della campagna elettorale dello stesso Fillon, una cosa era certa: nella sede de Les Républicains si è svolto un vero e proprio confronto dei vertici del partito. Fra i presenti anche il candidato sconfitto dallo stesso Fillon alle primarie, Alain Juppé, oltre all’ex presidente Nicolas Sarkozy e altri volti noti del partito, come Xavier Bertrand, Valérie Pécresse, Gérard Larcher. Secondo quanto riporta l’ANSA, al centro delle discussioni c’è stata la semplice domanda sul cosa fare in un momento così delicato per il partito ed il candidato, che potrebbe portare alla sostituzione nella corsa all’Eliseo: si pensava anche ad un passo indietro dello stesso Fillon per lasciare la nomination repubblicana ad Alain Juppé.
Le nubi intorno alla figura di François Fillon e alla sua famiglia sono partite da sua moglie, Penelope Kathryn Clarke Fillon, e dallo scandalo sul suo falso impiego che ha preso appunto il nome di Penelopegate: tutto è partito da un articolo dello scorso gennaio de Le Canard enchaîné, in cui appariva come madame Fillon fosse, dal 1998 al 2002, impiegata come assistente parlamentare del marito e poi, una volta che lo stesso divenne ministro, del suo sostituto Marc Joulaud fino al 2007 (avendo guadagnato circa 500.000 euro). Penelope Fillon poi, fu assunta come collaboratrice al giornale Revue des Deux Mondes, ma “senza trovare effettivamente traccia della sua attività”, che comunque ha fruttato alla stessa circa 100.000 euro in 20 mesi di collaborazione.
Non solo, perché i misteri della famiglia Fillon riguardano anche due dei cinque figli della coppia, Marie e Charles che, sempre secondo Le Canard, avrebbero percepito 84.000 euro: sarebbero stati assistenti parlamentari, fra il 2005 ed il 2007, quando il padre François era senatore. Non solo: Marie, mentre risultava assistente parlamentare, avrebbe anche cominciato un tirocinio da avvocato nel 2006, retribuito oltre 11 mila euro l’anno.
Per questi motivi, le autorità francesi hanno convocato i coniugi Fillon: François comparirà davanti ai giudici il prossimo 15 marzo, mentre il 18 sarà il turno di Penelope.