Rodrigo Duterte è presidente delle Filippine dal 30 giugno 2016. La sua lotta senza quartiere a spacciatori e tossicodipendenti, attraverso l’uso della forza e il ricorso all’omicidio a sangue freddo, ha fatto piombare il Paese in un clima di terrore. Per paura di ciò che potrebbe aspettarli se colti in flagranza molti spacciatori si autodenunciano. Duterte non è nuovo a questo genere di metodi. Durante i suoi anni da sindaco di Davao, una delle città a più alto tasso di criminalità del Paese, fece ricorso a dei veri e propri “squadroni della morte” per fare giustizia sommaria e ristabilire ordine e legalità. Fecero scalpore le parole pronunciate nel 2005: «L’esecuzione sommaria di criminali rimane il modo più efficace per schiacciare rapimenti e traffici di droghe illegali». Propositi che ora, da presidente del Paese, sta pienamente concretizzando.
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