Si scaldano i motori, la corsa sta per iniziare. Lunedì 6 marzo si svolgeranno le elezioni per la presidenza della Figc. Mancano pochi giorni, poi il match entrerà nel vivo. Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B che ha ufficializzato la sua candidatura nelle scorse settimane, sfiderà l’attuale numero uno del calcio italiano, Carlo Tavecchio, salito in cattedra nell’estate del 2014.
IDENTIKIT. La federazione si prepara ad un lungo giorno, senza esclusioni di colpi, in cui le alleanze e le strategie conteranno più dei programmi e dei contenuti. Da una parte del “ring” c’è Andrea Abodi, definito da tutti come “il nuovo che avanza”. Nato a Roma il 7 marzo 1960, il presidente della Lega Serie B, è laureato in economia con specializzazione in marketing. Dopo aver fondato la Media Partners, nel 2010 è salito ai vertici della serie cadetta e nel 2013 si è candidato per la A. Adesso, però, punta dritto al piano più alto della FederCalcio e, in occasione della sua candidatura, ha annunciato le dimissioni dalla presidenza della Lega Serie B. Dall’altra parte, invece, resiste Carlo Tavecchio, presidente in carica della Figc. Nato il 13 luglio 1943 a Ponte Lambro, in provincia di Como, città di cui è diventato sindaco dal ’76 al ’95, è diplomato in Ragioneria ed ha un passato da dirigente bancario. Nel 1999 fu a capo della Lega Dilettanti, diventando nel 2007 vicepresidente della Figc. Nell’agosto del 2014 superò Demetrio Albertini nelle elezioni e venne eletto presidente della Federazione.
PROGRAMMI. “Più risorse per tutti e stadi nuovi”, promette Abodi. “Largo ai giovani e alle idee. Così ho stupito pure i critici”, replica fiero Tavecchio. Nel botta e risposta, andato in scena nel corso del forum nella sede de “La Gazzetta dello Sport”, i due candidati hanno infiammato la partita federale a pochi giorni dal voto. La riforma dei campionati è un punto comune ad entrambi i programmi. Nello schema di Abodi si privilegiano i parametri qualitativi, rispetto a quelli quantitativi, in modo da salvaguardare il “competitive balance”, ovvero l’equilibrio competitivo. Per Tavecchio, invece, la priorità è ridurre di una le retrocessioni dalla Serie A, liberando così i 30 milioni di euro che farebbero quadrare i conti a Serie B e Lega Pro.
Nel disegno del ragioniere, quindi, la Serie A resterebbe a 20 squadre con appena 2 retrocessioni in B, la Serie cadetta avrebbe 20 club con 2 promozioni e 3 retrocessioni, mentre la Lega Pro sarebbe composta da 40 squadre divise in due gironi da 20. Il programma di Abodi, poi, si articola su altri due punti. La revisione della giustizia sportiva e la questione dei nuovi stadi. Il nuovo candidato alla Figc intende modificare il Codice della giustizia sportiva con l’esenzione della responsabilità per le società che abbiano adottato modelli organizzativi idonei a prevenire illeciti e incentivando l’uso della tecnologia per snellire le procedure. Sul fronte stadi, infine, Abodi vuole migliorare il patrimonio infrastrutturale con la creazione di un organismo ad hoc, sul modello della “B Futura”.
L’idea è quella di trasformare la FederCalcio srl da gestore degli immobili attuali a centro di servizi per i nuovi stadi. Tavecchio, invece, spinge altri due punti. I centri federali territoriali, riforma all’occhiello della sua gestione, passerebbero in quattro anni dai 20 esistenti a 180, impiegando 1.200 tecnici e investendo un budget annuale di 10 milioni di euro. Tavecchio crede di poter favorire la nascita e la crescita dei campioni del domani, ma guarda anche all’introduzione delle seconde squadre dei club di Serie A in Lega Pro. A patto che queste non abbiano diritto di voto, non possano competere per promozioni o retrocessioni e che l’eventuale passaggio di calciatori tra loro venga disciplinato.
CALCOLI ALLA VIGILIA. Dalla sua Andrea Abodi può contare sulla designazione della Lega Pro, (il cui peso complessivo è del 17%), sull’appoggio dell’Associazione calciatori (20%) come preannunciato dal presidente Tommasi, e sulla maggioranza della Lega B (5%). Carlo Tavecchio, invece, gode della fiducia della Lega Dilettanti (34%), dell’Associazione Allenatori (10%) guidata da Ulivieri, e vanta la maggioranza della Lega Serie A (12%). La posizione della classe arbitrale (2%) è ancora da chiarire. Tavecchio resta favorito, ma Abodi non molla. Tuttavia, come stabilito dallo Statuto Federale, le preferenze vengono espresse con voto segreto e ponderato, pertanto non si escludono colpi di scena e soprese dalle urne.
VERSO L’ELECTION DAY. Quella di lunedì, all’hotel Hilton di Fiumicino, sarà una sfida all’ultimo voto. “Secondo i miei calcoli sono sopra il 50 per cento. Per carità, tutto può succedere, ma sarebbe la prima volta che perdo un’elezione”, ammette un Tavecchio ottimista. Il clima positivo però si respira anche in casa Abodi: “C’è equilibrio, la differenza la farà la serie A dove non è affatto vero che ho consensi marginali”. Il nuovo candidato spiega così la scelta di presentarsi alle elezioni: “Ho capito che la Figc aveva bisogno di un cambio di passo”. Il guanto di sfida è stato lanciato: il “nuovo che avanza” insidia “Re Carlo”, il conservatore.