Si sta decidendo in queste ore il destino della Federcalcio. Da stamattina sono riuniti, all’Hotel Hilton di Fiumicino, i 275 delegati (20 della Lega di Serie A, 22 della Lega di B, 56 di Lega Pro, 90 della Lega Dilettanti, 52 dell’Associazione Italiana Calciatori, 26 di quella allenatori e 9 dell’Aia, l’associazione arbitri) che devono eleggere il successore di Carlo Tavecchio alla guida della Figc.
Tre sono i nomi in lizza: Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori; Gabriele Gravina, alla guida della Lega Pro e Cosimo Sibilia, presidente della Lega Dilettanti. Il favorito sembra essere Sibilia, che sulla carta può contare sull’appoggio della propria lega ma anche su quello del blocco Lotito per la serie A. Gravina è invece sostenuto da almeno una decina di club di massima serie, altrettanti di serie B, oltre che da allenatori e arbitri. Più indietro l’ex centrocampista della Roma.
Va detto che in base al regolamento i voti dei delegati sono ponderati in modo diverso tra loro. Perciò, le preferenze complessivamente espresse saranno 516. L’assemblea elettiva è iniziata intorno alle 11.30. Per essere eletti alla prima votazione, è necessario ottenere la maggioranza dei tre quarti dei votanti (75%). La soglia scende poi ai due terzi nella seconda votazione (66%), mentre nella terza è sufficiente la maggioranza assoluta del 51%. Nel caso in cui nessuno dei tre candidati dovesse prevalere, si andrebbe al ballottaggio tra i due candidati che avranno ottenuto la più alta somma percentuale di voti espressi.
Le elezioni si svolgono in un clima di forte tensione, e con lo spettro del commissariamento che aleggia sulla federazione dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente del Coni Giovanni Malagò in riferimento alla situazione della Lega di A, che da oltre un anno è senza rappresentanti e per la quale era circolato, tra gli altri, proprio il nome di Carlo Tavecchio.