La notizia è esplosa ieri ed ha fatto tremare i massimi vertici del calcio mondiale. Lo scandalo sulla corruzione all’interno della Fifa parte però da lontano. È il 2010 quando la massima federazione pallonara assegna l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022 al Qatar, tagliando fuori gli Stati Uniti. Sin da subito le incertezze sulla reale regolarità dell’assegnazione sono tante ma non si hanno prove concrete di illeciti.
Scottati dall’esclusione gli Usa non ci stanno e danno mandato all’allora procuratore dell’ufficio di giustizia di Brooklyn, Loretta Lynch, di fare chiarezza sulle voci di accordi irregolari che avrebbero portato all’assegnazione dei Mondiali al Qatar. La Lynch scava nei conti bancari dei funzionari FIFA, incrocia dati, mette insieme i pezzi del puzzle e riesce a ‘pizzicare’ tale Charles Blazer, fautore della lega statunitense di calcio arricchitosi (e non poco) attraverso quello che a quelle latitudini chiamano ‘soccer’. Scopre così che Blazer ha evaso per molti anni il fisco americano e così lo contatta costringendolo a collaborare e a farsi installare un microfono addosso durante le riunioni dei dirigenti Fifa. Cadono così nella rete, ad uno ad uno, tutti i funzionari fermati ieri a Zurigo. Tra questi c’è Jack Warner, ex presidente della Concacaf, l’organismo che riunisce le federazioni di America Centrale e America del Nord. La sua figura è centrale perché data la residenza di Warner negli Stati Uniti l’inchiesta acquisisce il diritto di accedere ad un tribunale americano.
Il vero gioco di potere però inizia oggi. Gli Stati Uniti infatti per riuscire ad istruire il processo dovranno riuscire ad ottenere l’estradizione degli accusati da Brasile, Costarica, Uruguay, Trinidad e Tobago, Montserrat, Svizzera e Argentina. Non solo perché adesso naturalmente la questione si fa politica e in campo scende anche la Russia, prossima organizzatrice dei Mondiali del 2018. La questione scavalca l’ambito sportivo e ad intervenire è niente meno che il ministro degli Esteri russo. “Un altro caso di illegale uso extraterritoriale della legge Usa. Ancora una volta esortiamo Washington a smettere di cercare di ergersi a giudice all’esterno dei suoi confini e di seguire le procedure legali internazionali generalmente accettate. La campagna della candidatura della Russia per ospitare il Mondiali di calcio del 2018 è stata fatta in completa conformità con le norme etiche della Fifa e il comitato organizzativo dei Mondiali è pronto a collaborare all’esame di tutte le circostanze legate dalla campagna per la candidatura”. Il calcio non è mai stato solo un gioco.
Mario Di Ciommo