“La situazione degli stadi in Italia è qualcosa che va al di là di qualsiasi logica”. Che la condizione dei nostri impianti non fosse rosea lo si sapeva da molto, ma quando la bacchettata arriva dall’alto il clamore è maggiore.
Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha denunciato ai microfoni Rai il degrado in cui imperversano gli impianti sportivi italiani. “Oggi l’Italia sugli stadi è dietro al Gabon”, ha detto durante l’intervista con il vicedirettore di RaiSport Enrico Varriale. Una dichiarazione non casuale, visto che lo Stato africano ha organizzato l’ultima edizione della Coppa d’Africa. Al monumentale Stade d’Angondjé, il gioiello degli impianti gabonesi, fa da contraltare la situazione del nostro Paese.
“Uno stadio – ha aggiunto – non è solo un costo, ma è anche e soprattutto un investimento”. L’analisi di Infantino sugli impianti in Italia si chiude in questo modo, spiegando come l’Italia sia rimasta dietro a tutti, con le sole novità dell’Allianz Stadium della Juventus e della Dacia Arena dell’Udinese, con l’aggiunta del Benito Stirpe di Frosinone. “Lo stadio – ha detto Infantino – non è solo il luogo dove si disputa la partita, ma il simbolo di una città”. Talvolta, simbolo anche di una Nazione.
Infantino si è espresso anche su altre tematiche, come il razzismo e le riforme nel calcio. Dopo il caso Koulibaly, Infantino ha ringraziato la Figc, affermando che “ha preso misure molto importanti sul tema”. Ha poi aggiunto: “È una piaga che va combattuta”. Il presidente della Fifa ha poi aperto a ulteriori cambiamenti nel pallone, sostenendo la volontà di “migliorare un Mondiale per club che non va bene”. Infantino vuole cambiare la composizione della competizione: “Sogno che un giorno ci siano quaranta squadre da tutto il mondo a contenderselo”.