HomeCronaca Fieg, dati negativi: giù vendite e pubblicità, bene il web. E per la prima volta diminuiscono i lettori

Fieg, dati negativi: giù vendite e pubblicità, bene il web. E per la prima volta diminuiscono i lettori

di Alessandro Filippelli06 Giugno 2013
06 Giugno 2013

E’ un quadro fortemente recessivo quello presentato dalla Fieg. Dal rapporto della Federazione italiana degli editori, “La Stampa in Italia 2010-2012”, emerge uno scenario cupo. Il 2012 è il quinto anno consecutivo che si chiude con dati negativi.“Si tratta di una fase di passaggio che va gestita. La sensazione è di un interrotto smottamento”, ha affermato il presidente degli editori italiani, Giulio Anselmi. “Bisogna puntare verso un modello di integrazione carta-web, evitando – ha aggiunto – che l’espansione dei nuovi media minacci le fonti tradizionali”.
Un trend negativo. I numeri presentati dalla Fieg sono allarmanti. Solo dal web arriva un segnale positivo, i ricavi dall’editoria online sono in costante crescita e superano la soglia del 5,5%, un numero comunque insufficiente a colmare le perdite dei comparti tradizionali. E’ dal 2001, infatti, con l’unica eccezione del 2006, che il numero delle copie vendute di quotidiani è in costante calo. La flessione si è accentuata a partire dal 2008, parallelamente all’insorgere della crisi. Nel 2012 i quotidiani hanno registrato una flessione delle copie vendute del 6,6%, i settimanali del 6,4% e i mensili dell’8,9%. In cinque anni i quotidiani hanno perso così oltre il 22% delle copie perché più di un milione di persone ha smesso di comprare ogni mattina il giornale. Inoltre, se nel recente passato l’andamento negativo della diffusione e delle vendite era compensato dall’aumento del numero dei lettori, oggi non è più così. Nel 2012 non solo diminuiscono diffusioni e copie invendute, stavolta la novità è data dal calo del numero dei lettori. Gli ultimi dati Audipress, la società che raccoglie e registra i dati sulla lettura e la diffusione di quotidiani e periodici, hanno rilevato un calo del 14,8% dei lettori abituali di quotidiani rispetto all’anno precedente. Il trend è negativo, seppur in maniera meno accentuata, anche per i periodici che riducono il numero dei lettori del 9,4%.
Male la pubblicità. All’andamento negativo della diffusione si aggiunge anche il crollo della pubblicità: il 2012 è stato il peggiore anno degli ultimi venti con un calo del 14,3% rispetto all’anno precedente. Per la prima volta dal 2003, si è scesi al di sotto della soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. Soffre soprattutto la stampa: per i quotidiani -17,6%, per i periodici -18,4%. Calano anche gli investimenti sulla tv, ma in maniera meno pesante. Nel primo trimestre 2013 si aggrava la crisi del mercato pubblicitario in generale, -18,9%, e degli investimenti sulla stampa in particolare periodici -22,3% e quotidiani -26,1%.
Secondo Anselmi “la politica ha praticato una troppo lunga latitanza”. Per il presidente Fieg, è necessaria “una ridefinizione complessiva delle forme di sostegno all’editoria, spostando risorse dai soggetti a i progetti, dai contributi agli incentivi”. Il presidente degli editori ha chiesto “rapidità di intervento”, anche riprendendo il ddl Levi di riforma del settore, già approvato dalla commissione Cultura della Camera.
Sinergia editori e giornalisti.“Dobbiamo fare tutti la nostra parte, avendo chiaro però che non ci sono da regolare conti ma da riordinare processi, inserendosi attivamente nell’innovazione e sapendo che le si vincono con la qualità e la credibilità dell’informazione». Lo ha scritto il segretario Fnsi Franco Siddi, in una lettera inviata al presidente della Fieg Giulio Anselmi. “Se gli editori stanno facendo i conti con un andamento economico negativo – ha aggiunto il segretario Fnsi – i giornalisti stanno pagando un caro prezzo alla crisi in termini di occupazione. Da qui un appello perché l’editoria e il lavoro che la anima siano riconosciuti strategici”.Per Anselmi è però necessario anche un nuovo corso nel rapporto tra editori e giornalisti. “Le due categorie – ha affermato – “devono muoversi insieme, senza chiusure gli uni, senza cecità e lentezze corporative gli altri”.

Alessandro Filippelli

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