Alla vigilia del voto di fiducia al governo Draghi, nel centrosinistra si è mosso qualcosa: tre forze che sostengono questo esecutivo hanno lanciato un’iniziativa comune. Pd M5s e Leu creano un intergruppo parlamentare. Il punto di partenza è l’esperienza del Conte II. La scelta traccia una linea di confine tra gli elementi di una maggioranza così variegata come quella del governo Draghi. Il compito del neonato gruppo è quello di promuovere le grandi sfide che il Paese dovrà affrontare.
Progetto quello dell’intergruppo utile anche a tenere compatto il Movimento 5 Stelle. Nei giorni precedenti al voto di fiducia molte sono state le telefonate all’interno del Movimento nell’intento di ridurre gli attriti. Alla fine però gli sforzi del fondatore dei 5 Stelle Beppe Grillo hanno dato i loro frutti. Poche ore prima del voto, il fronte del no si era notevolmente ridotto a una decina di senatori e altrettanti deputati. In serata il reggente Vito Crimi aveva ribadito la linea dura: “Qualunque voto diverso dal sì sarà considerato in dissenso”.
“L’unità con 5S e Leu ha impedito derive di destra. Ora occorre definire un programma essenziale: fermare la pandemia, creare lavoro”. Queste le parole del segretario Pd Nicola Zingaretti che in un intervento a “La Repubblica” ha tracciato la linea dei prossimi mesi, sottolineando l’importanza del rinnovamento dell’alleanza con i 5 Stelle e Leu. Zingaretti ha speso parole di elogio per Mario Draghi, evidenziando però una netta distinzione con la Lega:” non ci risparmieremo nell’azione di oggi ma il Pd è alternativo alla Lega e all’insieme della destra per valori e visione del mondo”.