Denuncia alla Fiat “per reiterata discriminazione”. Ad annunciarlo sono i 19 operai della Fiom assunti dalla newco di Pomigliano d’Arco che ieri si sono presentati per il secondo giorno ai cancelli dello stabilimento accompagnati dai responsabili nazionale e territoriale del settore auto, Michele de Palma e Franco Percuoco. “La discriminazione nei nostri confronti continua – ha spiegato Sebastiano d’Onofrio – e noi domani daremo mandato ai legali per una denuncia penale”. Volantinaggio e presenzialismo, le tute blu non si arrendono. “Non è dignitoso per nessuno ricevere un salario rimanendo a casa”. Sono le parole del ministro del Lavoro, Elsa Fornero che ha lanciato un “accorato appello al dialogo”.
“Non vogliamo passare per i parassiti della società, con un’azienda che ci paga per restare a casa”: ha detto Aniello Niglio, uno dei 19 metalmeccanici assunti a novembre scorso su disposizione della Corte d’Appello di Roma, che da ieri sono a casa regolarmente pagati, ma, secondo l’azienda, attualmente non ricollocabili nello stabilimento a causa delle difficoltà di mercato. Gli operai si sentono “umiliati”, aggiungono i metalmeccanici che sottolineano “siamo feriti nell’orgoglio di lavoratori e nella dignità di esseri umani”. Eppure, continua Niglio, la Costituzione “sancisce il diritto al lavoro, e la politica tutta, da centrodestra a centrosinistra, condanna l’assistenzialismo”.
Le tute blu non si arrestano e sono disposte a tutto pur di vedere quel cancello aperto, pur di poter lavorare dignitosamente come tutti. Ma non si fermano a questo. I lavoratori di Pomigliano invitano, infatti tutti i colleghi ancora in cassa integrazione, ad imitarli: “Si presentino anche loro ogni giorno ai cancelli – ha detto Ciro D’Alessio della Fiom – per chiedere all’azienda se c’é lavoro anche per loro. Diamo tutti la piena disponibilità a lavorare, e vediamo cosa risponde l’azienda”. Intanto, la Fiat ha comunicato, per il momento solo verbalmente, che per questa settimana le cose resteranno invariate.
Sara Stefanini