ROMA – È al grido di “Per Navalny, per la libertà” che si tiene oggi, 19 febbraio, la fiaccolata in memoria del dissidente russo morto lo scorso venerdì e che vedrà in campo, uniti, tutti i partiti politici. Un’iniziativa “senza bandiere di partito” lanciata dal leader di Azione Carlo Calenda. La manifestazione prenderà il via alle 18,30 in piazza del Campidoglio a Roma. Al raduno parteciperanno anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil, assenti il numero uno del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte e i leader del centrodestra.
Presenti tutti i partiti, ma è polemica sulla Lega
All’iniziativa il centrosinistra aveva risposto immediatamente. Da Elly Schlein, segretaria del Pd a Matteo Renzi di Italia viva, da Nicola Fratoianni di Avs a Riccardo Magi di +Europa. Successivamente avevano aderito anche i partiti di maggioranza Fratelli d’Italia e Forza Italia. Per ultima, poi, la Lega di Matteo Salvini. Il fulcro delle polemiche delle ultime ore riguarda proprio questo. Alcuni anni fa lo stesso Salvini aveva definito una “montatura” l’arresto di Navalny come oppositore politico. La tesi del leader della Lega si basava sul fatto che il dissidente russo avesse un percentuale di consensi troppo bassa da risultare un pericolo per Putin. Da qui le proteste. “Eh no caro Salvini, non puoi fare tutte le parti in commedia – spiega il leader di +Europa Riccardo Magi -. Ricordo benissimo quando definivi l’arresto di Navalny una montatura mediatica”.
La posizione della maggioranza
In questo scenario Carlo Calenda ha cercato di alleggerire le tensioni. “L’unità con cui la politica ha aderito è un ottimo segnale”, spiega il senatore. Un’unità a cui fa richiamo anche Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia. “Quando parliamo di Alex Navalny parliamo di un martire, un martire della libertà morto in spregio dei diritti fondamentali: da quello della democrazia a quello del dissenso”, spiega Mulè. “Oggi Antonio Tajani – conclude – riceverà al Consiglio Europeo la moglie di Alex Navalny, che è la continuatrice della libera manifestazione di un dissenso represso nel peggior modo dall’autarchia russa”. Sempre dalla maggioranza arriva il sostegno alla manifestazione. “È un segnale molto positivo che tutte le forze politiche oggi siano in Campidoglio per sottolineare la gravità di quanto accaduto”, sottolinea Raffaele Nevi – vicepresidente vicario dei deputati di Forza Italia e portavoce del partito azzurro – ad Agorà su Rai3.
La proposta di +Europa e la polemica su Piantedosi
Sulla morte di Navalny “occorre fare piena chiarezza: la responsabilità è chiara, è politica ed è del regime di Putin”, chiarisce la segretaria del Pd Elly Schlein. Mentre da +Europa arriva una proposta per il governo: “I partiti italiani che oggi si ritroveranno in piazza – si legge in una nota diffusa dal partito – impegnino il governo Meloni a operarsi in tutte le sedi europee e internazionali per la confisca dei circa 300 miliardi di dollari della Banca Centrale Russa detenuti in Europa e negli Stati Uniti”. Intanto, sui social arriva la dura critica del senatore Pd Filippo Sensi al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Al centro della polemica le identificazioni al presidio a Milano per Navalny. “Se per Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, il problema non sono gli agenti ma Piantedosi”, sottolinea Sensi. “Depositeremo nelle prossime ore un’interpellanza al ministro dell’Interno sui dettagli e sulle ragioni dell’identificazione dei manifestanti che volevano onorarne la memoria sotto la targa di Anna Politkovskaya a Milano. L’obiettivo è avere risposte in Parlamento il più presto possibile”, ha poi annunciato all’ANSA il senatore.
Se per @Piantedosim identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, prendere documenti e generalità non comprime le libertà personali, allora il problema non sono gli agenti e l’abuso di potere in uno stato di diritto. Il problema è Piantedosi
— nomfup (@nomfup) February 19, 2024