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Festa Cinema di Roma, oggi
docufilm su Eugenio Scalfari
e sul campione Ibrahimovic

Il giornalista raccontato nel privato

e l'ascesa dell'attaccante rossonero

di Roberta Chiarello21 Ottobre 2021
21 Ottobre 2021

Un racconto familiare, una narrazione al femminile che dipinge la figura di un padre “ingombrante” come Eugenio Scalfari. È il documentario sulla vita dell’intellettuale, giornalista e fondatore del quotidiano La Repubblica nato dall’intuizione di Donata ed Enrica, le sue figlie, che sarà presentato questa sera alla Festa del Cinema di Roma. Oggi sarà lanciato in anteprima mondiale anche “Zlatan”, la pellicola che celebra l’ascesa del campione del Milan svedese.

Uno dei pilastri dell’informazione italiana, Scalfari è raccontato per la prima volta nella sua dimensione più privata e intima, quella di padre. “A Sentimental Journey” – questo il titolo del docufilm – si apre allo spettatore attraverso il dialogo tra padre e figlie, una conversazione spontanea e non costruita che avviene tra le mura di casa, in una reciproca ricostruzione di memorie di vita, a tratti un confronto generazionale. “Noi ti facciamo un ritratto – gli dicono Enrica e Donata nel film diretto da Michele Mally – quello di due figlie che parlano del proprio padre, un uomo pubblico, visto dal privato”.

Da un fuoriclasse dell’informazione, a uno del pallone: oggi il festival del Cinema celebra anche Zlatan Ibrahimović, l’attaccante svedese che ha raggiunto la fama mondiale non solo grazie al talento sul campo di calcio, ma anche per l’inconfondibile carisma. Il film, che uscirà nelle sale l’11 novembre, porta sullo schermo la storia di crescita e trasformazione di un uomo che, prima dell’inarrestabile scalata verso il successo, è partito dai sobborghi, delle radici che non dimentica. “Perché ricordate – è uno dei suoi aforismi più noti – si può togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo”. Il produttore Andrea Occhipinti non ha dubbi, Ibra “è molto più che un calciatore: è un leader puro, un’icona leggendaria, un modo di essere che appartiene soltanto a lui e che non è replicabile. Il racconto di questo mito contemporaneo, non poteva che diventare una grande storia per il cinema”. Il film, scritto a quattro mani da Jakob Beckman e David Lagercrantz, è tratto dall’autobiografia “Io, Ibra” e diretto da Jens Sjogren.

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