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HomeCultura Festa di addio a Spelacchio: questa sera la rimozione

Festa di addio a Spelacchio
questa sera la rimozione
dell'albero di fama mondiale

Sull'albero indaga anche l'Anac

ma tornerà utile alla collettività

di Davide Di Bello11 Gennaio 2018
11 Gennaio 2018

L'albero di Natale collocato a Piazza Venezia, soprannominato "spelacchio" per l'aspetto spoglio e sofferente, 19 dicembre 2017 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Ancora qualche ora per scattare foto o selfie e poi Spelacchio, l’albero di Natale più famoso al mondo, ribattezzato così per il suo fogliame non proprio rigoglioso, verrà smontato degli addobbi e rimosso da piazza Venezia. L’abete rosso della val di Fiemme conclude, questa volta per davvero, la sua permanenza a Roma (non la sua vita: era morto da prima di Natale) e tornerà così nei ranghi di albero comune. Mai, infatti, un albero di Natale aveva destato tanta attenzione ed infiammato a tal punto il dibattito politico, assurgendo a simbolo del declino della città. Il triste albero aveva scatenato l’ironia dei social con l’hashtag #PrayforSpelacchio ed è stato aspramente criticato anche dall’estero, con i giornali stranieri che lo hanno paragonato a uno scopettino del water.

Ma Spelacchio, grazie all’ironia dei romani, è divenuto un’icona dell’inadeguatezza che desta simpatia. Succede così che, sebbene non regga il confronto con Milano o qualunque altro albero natalizio delle capitali europee, attiri paradossalmente più gente. Sono in tantissimi a lasciare messaggi attaccati ai suoi rami: “L’importante è essere bello dentro: forza Spelacchio!”, “Spelacchio sei bellissimo” recita un altro, “Resisti Spelacchio” scrive un altro tirando in ballo la giunta capitolina. L’albero installato a Piazza Venezia è stato stabilmente nei trending topic di Twitter durante tutto il periodo natalizio, qualcuno lo propone anche come parola che meglio simboleggia l’anno che si è appena concluso.

La saga di Spelacchio è però tutt’altro che conclusa: all’albero sui cui già poco resistenti rami pende la procedura aperta dalla Corte dei Conti per danno erariale, si è interessata anche l’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che ha aperto un’indagine sui costi e sul tipo di appalto. Il Comune di Roma ha speso 48mila euro, ma l’arbusto verde e pieno di vita del Trentino si è misteriosamente trasformato in un albero spoglio e triste appena varcata la soglia del Grande Raccordo Anulare. L’abete rosso verrà ora sezionato in quattro parti: tre torneranno in val di Fiemme, dove il legno verrà lavorato e utilizzato per costruire una baby little home, una quarta invece rimarrà a Roma per diventare un’opera d’arte. Spelacchio riesce a riciclarsi ancora, guai a darlo per morto troppo presto.

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