È avvenuto ieri a Maranello il confronto tra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne. Il faccia a faccia è durato poco e ha di fatto sancito la fine dell’era Montezemolo in Ferrari. Il confronto ha portato alla luce, oltre la già evidente e profonda incompatibilità caratteriale e umana tra i due, grosse divergenze sul piano strategico per la gestione del marchio Ferrari, rendendo così impossibile una riconciliazione. Il ceo di Fiat, infatti, già alcune ore prima del confronto aveva dichiarato: “La cosa importante per la Ferrari non sono solo i risultati economici ma vincere, e sono sei anni che fa fatica”.
A sostituire Montezemolo alla guida del Cavallino Rampante, come indicato in una nota diffusa dal gruppo Fiat-Chrysler, è lo stesso Marchionne, mentre tra i candidati alla poltrona di amministratore delegato il favorito sarebbe il numero uno di Alfa Romeo e Maserati, Harald Wester. Il tutto potrebbe essere ufficializzato già domani durante la riunione del consiglio di amministrazione della casa di Maranello, impegnato con l’approvazione del bilancio del primo semestre.
Il divorzio, secondo indiscrezioni, costerà al gruppo tra i 25 e i 30 milioni di euro: certamente non poco, ma neanche tantissimo se si pensa ai 101,5 milioni di euro di buonuscita corrisposti, quasi vent’anni fa, dalla Fiat all’ex manager Cesare Romiti. Il costo della separazione è composto dal quintuplo dell’ultimo stipendio percepito dall’ormai ex presidente Ferrari, circa 14 milioni di euro, ai quali va sommata la quota fissa prevista dal contratto, altri 10 milioni circa. L’accelerazione subita dalla vicenda ha destato l’attenzione della Consob. L’autorità, infatti, avrebbe chiesto alla Fiat, direttamente dagli uffici di Roma, un’informativa dettagliata sullo stato dei fatti.
Il futuro per l’ex presidente di Confindustria sembra essere tutt’altro che incerto. Dopo il via libera da Bruxelles sulla fusione Alitalia-Etihad, il patron di Atlantia Giovanni Castellucci ha dichiarato che “Montezemolo sarebbe un ottimo presidente per Alitalia” dati i suoi rapporti già consolidati con il mondo imprenditoriale e finanziario degli Emirati.
La sostituzione dei vertici della casa di Maranello, che rappresenta soprattutto un cambio radicale di direzione nella gestione della Ferrari, piace alla Borsa. A Piazza Affari, infatti, il titolo Fiat chiude a +1,65% premiando di fatto la scelta di Marchionne. Intanto i vertici aziendali si preparano al debutto a Wall Street previsto per il 13 ottobre, della Fca, la nuova società che controllerà il gruppo di casa Agnelli.
Cesare Bifulco