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HomeCronaca Ferrara, 80 euro di acconto dati dal figlio all’amico per uccidere i genitori

Ferrara, 80 euro di acconto
all'amico del figlio per
uccidere i genitori

Ad incastrare i due ragazzi

impronte di sangue sulle coperte

di Fabio Simonelli12 Gennaio 2017
12 Gennaio 2017

Marito e moglie litigano, lui prende la doppietta e la uccide con tre colpi (uno a vuoto) al torace, al basso ventre e alla schiena. Poi prende la macchina, raggiunge la vicina stazione dei carabinieri, e si costituisce, questa mattina 15 aprile 2011 in località Case a Manzano (Udine). Nella foto i necrofori recuperano la salma della vittima. ANSA/ ALBERTO LANCIA

Quando i Carabinieri sono entrati a casa dell’amico hanno trovato un portafoglio pieno di soldi. Ottanta euro di acconto, che sarebbero diventati mille a lavoro concluso. Questo era il prezzo fissato dal sedicenne per uccidere i propri genitori. Il ragazzo li vedeva come degli ostacoli, solo delle macchine capaci di dire di no. Perché non prendeva buoni voti, perché faceva troppe assenze, perché chiedeva sempre troppo. Così la decisione di affidarsi al suo amico. Il braccio perfetto per il delitto. Emergono particolari sempre più inquietanti negli interrogatori dei due giovani accusati per il delitto di S.V, 59 anni e N.D.G, 45, vicino a Ferrara. Omicidio premeditato aggravato da futili motivi il capo di imputazione.

Come riporta “La Nuova Ferrara”, la causa scatenante dell’omicidio sarebbe stata l’ennesima lite tra madre e figlio, lunedì mattina, al ritorno da scuola. Il padre aveva chiamato l’istituto intorno alle 14 per parlare con i dirigenti scolastici. Tensioni dunque alla base di questo crimine «compiuto con efferatezza senza precedenti», come spiegano in conferenza stampa il procuratore Bruno Cherchi e il colonnello Andrea Desideri. L’arresto dei due complici è arrivato ieri, dopo che i pm Giuseppe Tittaferrante e Silvia Marzocchi (della procura minori) hanno contestato loro le troppe contraddizioni nel racconto della vicenda.

Ad incastrarli il particolare delle scarpe. L’amico calza scarpe numero 41 e in tutta la casa c’erano solo impronte di questa taglia. Il figlio della coppia invece calza un numero 45, trovate nelle chiazze di sangue sulle coperte e in camera da letto.

«Mio figlio è un buono, che ci crediate o no. Si è fatto lusingare dai soldi ed erano davvero tanti» afferma il padre dell’amico, che lo ha raggiunto nel carcere di Bologna. «Adesso la nostra paura è che si uccida. Quando ci siamo salutati, in caserma, gli ho detto: io ci sarò sempre, non ti abbandonerò mai» conclude. Intanto il parroco del paese sta organizzando per sabato sera una fiaccolata che parta dalla casa dei due coniugi per arrivare fino alla chiesa.

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