“Lo Strega ha bisogno di un profondo processo di rinnovamento”. Parola di Gianluca Foglia, direttore editoriale del gruppo Feltrinelli, sulla mancata partecipazione della casa editrice al Premio Strega di quest’anno. In un’intervista rilasciata a Repubblica qualche giorno fa, Foglia ha mosso critiche forti al premio, ormai governato (secondo il direttore) dal duopolio del colosso Mondadori-Rizzoli. Negli ultimi sedici anni, quattordici sono state le vittorie incassate da Mondadori, sollevando il dubbio in Feltrinelli che “nulla può contro questo dominio editoriale”.
La defezione annunciata dal direttore Foglia però non è l’unica: è arrivato da poco l’annuncio della mancata partecipazione per quest’anno di Rizzoli. Vincitrice lo scorso anno con La scuola cattolica di Edoardo Albinati, ha fatto sapere dai piani alti della casa editoriale che non è interessata alla sfida del 2017 e il motivo non è ancora chiaro. In sostanza, a conti fatti, questa edizione dovrebbe risolversi in “una sfida interna al gruppo Mondadori”.
Polemica o meno, è chiaro che il Premio più importante in Italia sta cambiando fisionomia. Da concorso per big dell’editoria, necessita di trovare una chiave nuova che spezzi la catena del dominio dei grandi gruppi librari italiani e dia spazio anche alle nuove realtà. Mondadori, che non vince dal 2011, dovrà vedersela con Einaudi, che invece si è imposta in due delle ultime quattro edizioni, e che quasi certamente punterà su Le otto montagne di Paolo Cognetti o L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio.
Si prevedono altre rinunce: anche La Nave di Teso potrebbe dare forfait. Avevano detto di provarci con Mauro Covacich (La città interiore) e invece pare ci stiano ripensando. Dice Elisabetta Sgarbi: “Al momento non abbiamo preso una decisione. Ma non siamo più convinti di correre”. La finale, stavolta senza vincitori prevedibili, sarà il 6 luglio; la prima senza Tullio De Mauro.