Nuovo ostacolo per le coppie che richiedono la fecondazione eterologa. La Conferenza delle Regioni ha stabilito un nuovo limite per il rimborso delle prestazioni: ad usufruire del ticket saranno solo le donne più giovani, mentre alle over 43 toccherà pagare l’intera cifra dell’intervento (una spesa che, in alcuni casi, può arrivare anche a 6mila euro).
La raccolta di gameti non è ancora cominciata e l’unico trattamento di fecondazione eterologa effettuato in un ospedale pubblico (il Careggi di Firenze) è stato realizzato grazie al liquido seminale prelevato dall’estero. Gli ospedali e i trattamenti sono, dunque, in stallo. E migliaia di ovociti già raccolti in precedenza sono già stati dichiarati inutilizzabili. È questa la denuncia che arriva da Cittadinanzattiva che, tuttavia, solleva anche un altro problema:“La maggioranza delle pazienti – ha dichiarato Paolo Costantini – saranno escluse dalla sanità pubblica”. La Conferenza ha, infatti, trascurato un dettaglio (non troppo piccolo): la maggior parte delle Regioni non permette alle donne con un’età superiore ai 43 anni di sottoporsi all’intervento. Peccato che, a quanto dicono gli esperti, il numero delle over 43 rappresenta il 70% delle pazienti richiedenti il trattamento con fecondazione eterologa.
Medici privati e ospedali all’estero diventeranno, dunque, l’unica soluzione possibile per le tante donne con problemi di fertilità, automaticamente depennate dalle liste di attesa degli ospedali pubblici. Ma per far fronte al problema, l’assessorato alla salute ha inviato il Consiglio sanitario regionale a distinguere una serie di eccezioni in cui – per motivi sanitari – possano essere operate anche donne con un’età superiore al limite stabilito. Ovviamente le pazienti dovranno solamente pagare il ticket.
Flavia Testorio