“Cari dipendenti, l’accordo è vicino”. È la sintesi della lettera congiunta con la quale i vertici di Fiat-Chrysler (Fca) e Peugeot-Citroen-Opel (Psa) hanno annunciato ai propri dipendenti l’imminente accordo sulla fusione delle due compagini, che potrebbe arrivare poco prima del Natale. La chiusura del Memorandum sembra dunque imminente, proprio come riportato qualche giorno fa da John Elkann, presidente di Fca.
“Stiamo lavorando molto e i rapporti con Peugeot sono da sempre molto buoni”, le parole dello stesso Elkann, che aveva annunciato il raggiungimento di un’intesa tra le due parti all’incontro per i dieci anni di Exor, parlando agli investitori. Oggi sono emersi ulteriori dettagli: nell’operazione e nel progetto sarebbero impegnati nove gruppi di lavoro, con circa cinquanta persone coinvolte. L’obiettivo è quello di dare vita al quarto gruppo automobilistico più grande del mondo, con i possibili ricavi che sfiorerebbero i 200 miliardi di euro.
Questi gruppi sono guidati da Doug Ostermann, che da qualche anno dirige le operazioni di Fca. Insieme a lui anche Oliver Bourges, il direttore dei programmi di Psa. Da questa operazione potrebbe nascere una nuova società entro la seconda metà del 2020: “Entrambe le parti – ha detto Ostermann nella nota ai dipendenti – sono molto motivate a elaborare un piano che abbia successo”.
L’imminente fusione non lascia indifferente il governo italiano: della vicenda ha parlato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a ridosso di una visita dello stabilimento Fca di Melfi. “L’accordo tra Fca e Psa non deve in alcun modo compromettere l’occupazione nel nostro Paese”, ha detto il premier. È una conferma della linea presentata a John Elkann qualche settimana fa.