A che punto siamo con l’immunità di gregge? È la domanda che secondo molti virologi di blasone avrebbe dovuto accompagnare l’ingresso nella “Fase 2” della lotta al coronavirus. Prendiamo in prestito le parole della professoressa Ilaria Capua, che qualche tempo fa a Di Martedì affermava come, con l’arrivo del picco epidemiologico, il fenomeno che per definizione si contrappone proprio all’immunità di gregge, si sarebbe dovuto avere un quadro della situazione più chiaro sulla diffusione del virus nel Paese. “Il test sierologico – suggeriva la virologa – è il più adeguato per capire come siamo messi”.
Oggi, a oltre due settimane dall’inizio della Fase 2, un piano nazionale di test a campione sulla popolazione non è ancora partito. Proprio questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando alla Camera, ha riferito che i test volontari e gratuiti per 150.000 persone cominceranno il 25 maggio, per finalità di ricerca scientifica. Perché, è bene specificarlo, le analisi del sangue funzionano in maniera tale da analizzare, non se c’è un’infezione in atto, ma certificano se il virus ha lasciato una traccia nell’organismo, attraverso la presenza degli anticorpi.
Per capire quanto il Covid-19 è circolato sul territorio nazionale – un’incognita data la diffusissima presenza di asintomatici, che secondo alcuni studi potrebbe toccare il 50% della popolazione colpita dal coronavirus – sono stati resi disponibili anche esami da svolgere privatamente. Ad eseguirli devono essere laboratori certificati dal Ministero della Salute e i prezzi variano da 25 a 100 euro.
Una volta effettuato, il test può dare esito negativo o positivo. Il primo caso non assicura l’assenza del virus, perché ci vogliono circa 10 giorni dal contagio prima che l’organismo sviluppi gli anticorpi. Allo stesso modo, anche risultare positivi non significa che si sia ancora infetti e quindi contagiosi. Per capire a che punto della malattia ci si trova è comunque necessario sottoporsi al tampone, che certifica se l’infezione è in atto o è già stata sconfitta dall’organismo. Se le analisi sierologiche risultassero positive, è comunque obbligatorio rimanere in isolamento, in attesa di conoscere l’esito del tampone.