Prosegue il duello Stato-Regioni sulla gestione della Fase 2 e in particolare sulle riaperture delle attività. Da una parte il governo presieduto da Giuseppe Conte, più prudente, e dall’altra i governatori, prevalentemente del Nord e del centrodestra, con l’aggiunta del dem pugliese Michele Emiliano, in pressing per accelerare la ripartenza. Nel tardo pomeriggio, dalle 18, si terrà un incontro in videoconferenza tra il governo e le Regioni, alla presenza del premier Conte e dei ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regioni Francesco Boccia.
L’esigenza di un confronto è nata dopo l’ennesima polemica tra esecutivo e governatori, autori di un vero e proprio ultimatum al governo. Il dem Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle regioni, si è fatto portavoce della richiesta dei colleghi di riaprire gli esercizi e le attività commerciali a oggi vietate entro il 18 maggio. Con toni più duri il governatore leghista del Veneto Luca Zaia ha chiesto al governo “di chiarire subito questa partita, con una riapertura “, anche perché “c’è già la convergenza con molti colleghi sul procedere”. Un piano che prescinde dall’autorizzazione di Palazzo Chigi, con le regioni pronte a organizzarsi autonomamente.
Nel fronte “aperturista” contrapposto all’esecutivo c’è il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. L’esponente leghista ha dichiarato: “Siamo pronti ad andare in autonomia: se dal governo non c’è risposta, noi dobbiamo ovviamente prendere delle decisioni di carattere autonomo. La leale collaborazione è venuta meno dal governo, non da parte delle Regioni”. In linea il collega ligure Giovanni Toti: “Noi il 18 maggio riapriamo tutto, spiagge comprese. Attendiamo ancora le linee guida nazionali”.
Il ministro Boccia è sembrato accogliere queste istanze, affermando che “dal 18 ci sarà una nuova fase, che porterà a una differenziazione territoriale”. Il responsabile agli Affari Regionali ha garantito che l’esecutivo “sta lavorando per far ripartire l’Italia e che dal 18 maggio potranno riaprire gran parte delle attività economiche”, certamente nel rispetto dei “protocolli di sicurezza”. Boccia non accetta però fughe in avanti da parte dei governatori: “Eventuali ordinanze regionali, emesse prima delle nuove misure, dovranno essere riformulate, a tutela della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro”.
L’amministrazione della provincia autonoma di Bolzano non ha aspettato il governo: da questa mattina in Alto Adige sono aperti parrucchieri, bar e ristoranti, come previsto da una legge provinciale approvata la scorsa settimana. Da domani accessibili anche i musei.
La ministra dell’Interno Lucia Lamorgese prova a tenere il punto sul rispetto delle norme sanitarie anti Coronavirus: “Per questa seconda fase dell’emergenza sanitaria abbiamo chiesto ai cittadini di far leva sul loro senso di responsabilità. Su scala nazionale, dobbiamo continuare a porre la massima attenzione ai mezzi pubblici, ai quartieri della movida giovanile, e agli esercizi commerciali che vendono cibi e bevande da asporto. Poi, nel prossimo fine settimana, i controlli capillari si ripeteranno nelle aree verdi e lungo le spiagge perché, purtroppo, non possiamo ancora riprendere gli stili di vita che seguivamo prima dell’emergenza. Credo che ognuno di noi sia la migliore sentinella di se stesso”.
Ma il pressing delle Regioni accelera il processo e avvicina la riapertura di tante attività dal prossimo 18 maggio, probabilmente confermata nell’incontro esecutivo-governatori di oggi. Torneranno a lavorare a pieno regime bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, parrucchieri e centri estetici. Attesi in questi giorni ii protocolli di sicurezza per i diversi settori, elaborati dal comitato tecnico scientifico di concerto con l’Inail. Per i cinema, i teatri, i concerti, le palestre e le piscine bisognerà invece ancora aspettare.