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Ddl liberalizzazioni: dopo le proteste, ancora escluse taxi e farmacie

di Roberto Maria Rotunno23 Febbraio 2015
23 Febbraio 2015

cdm_liberLe liberalizzazioni a metà di Matteo Renzi hanno mosso il primo passo: nel Consiglio dei Ministri di venerdì scorso il governo ha approvato il disegno di legge sulla concorrenza, un intervento annuale utile in particolar modo a recepire i suggerimenti dell’Autorità garante del mercato (Antitrust). Ancora una volta, però, le questioni più scottanti sono sparite dal provvedimento, rinviate a data da destinarsi.

Le farmacie, in primis: nessuna nuova norma volta a liberalizzare la vendita di medicinali di fascia C, quelli a carico totale del cittadino. La novità che tentò di introdurre anche l’esecutivo di Mario Monti si è scontrata di nuovo con le proteste della categoria timorosa, sulla carta, che una simile legge possa incentivare l’abuso di farmaci. In realtà, la vera paura di quella che da molti è definita la “più potente lobby d’Italia” è una riduzione del proprio fatturato. Dunque, l’unica novità in materia di farmacie sarà l’eliminazione del limite di titolarità di quattro licenze in capo a un unico soggetto e la possibilità dell’ingresso dei soci in capitale.

Anche le proteste dei tassisti hanno consentito di portare a casa il risultato. Nel ddl approvato dal governo, è sparita anche la norma in favore di Uber, il sistema di trasporto privato che consente la chiamata dell’automobile attraverso comode applicazioni per smartphone. L’antitrust chiedeva di inserire nel testo l’equiparazione del servizio di autonoleggio con conducente a quello dei taxi. Il presidio dei tassisti a Torino, fuori dalla sede dell’Authority dei trasporti al Lingotto, ha portato l’esecutivo a disporre il dietrofront: nessuna liberalizzazione per Uber e affini.

Il provvedimento, insomma, sorvola sui temi da sempre più spinosi ma tocca una serie di altri settori: dalle assicurazioni ai fondi pensione, dalle poste e comunicazioni alle banche con alcune norme anche in tema di libere professioni. Rimosso il divieto di pubblicità per i notai, imposto l’obbligo di preventivo – oggi solo su richiesta del cliente – per gli avvocati. Vengono semplificate le procedure per l’identificazione degli utenti che intendono migrare da una compagnia telefonica all’altra, introdotte regole di trasparenza nelle penali e previsti sconti significativi sulle Rc auto nel caso in cui il cliente accetti l’installazione della scatola nera sul veicolo.

Roberto Rotunno

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