Oltre 250 miliardi di dollari di capitalizzazione polverizzati in una seduta di Borsa. È il terremoto che ieri in apertura di Wall Street ha colpito Meta, la casa madre di Facebook e di un’altra manciata di social network da svariati miliardi di utenti come Instagram, Whatsapp e Messenger. Il colosso di Mark Zuckerberg ha subito un crollo del 26,4% sulla borsa di New York e per la prima volta in 18 anni la contrazione c’è stata anche sul numero di utenti, con 1 milione di iscritti in meno.
Doccia fredda per il patron di Facebook, che contestualmente ha visto il patrimonio personale – stimato in 113 miliardi di dollari – precipitare di circa 24 miliardi. Ai vertici dell’azienda si è lasciato intendere che una possibile causa dello scossone sia la nuova policy inaugurata lo scorso aprile da Apple, che ha dato la possibilità agli utenti di consentire o meno il tracciamento del proprio Iphone. In molti negano il consenso, e questo impedisce a Meta di vendere pubblicità personalizzata in base ai gusti e alle abitudini dei consumatori. C’è poi Tik Tok, il competitor cinese lanciato nel 2016 che con i suoi video virali si è accaparrato miliardi di utenti, in particolare la fetta più giovane, e che Zuckerberg tenta di inseguire (inutilmente) con i “reel” di Instagram.
Lo scivolone di Meta ha riacceso l’interesse degli investitori, ma non nella direzione sperata dall’azienda. L’universo di Wall Steet comincia a chiedersi quanto ancora terrà Facebook, uno dei titoli maggiormente detenuti nei portafogli azionari, che nonostante la “svolta” del metaverso sembra accusare i colpi di un mercato ormai saturo. Nel frattempo Amazon, l’azienda di commercio elettronico di Jeff Bezos, ha chiuso l’ultimo trimestre 2021 raddoppiando i profitti a 14,32 miliardi di dollari. Per ogni colosso che va a fondo, ce n’è sempre uno che raggiunge la vetta.