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Fabio Squillante alla Lumsa: “E’ la Turchia il vero paese egemone nel Mediteranneo”

di Gianluca Natoli18 Ottobre 2012
18 Ottobre 2012

Una lezione concentrata sugli scenari geopolitici che hanno caratterizzato l’ultimo secolo di storia. Fabio Squillante, Amministratore unico e direttore generale dell’Agenzia Nova, ha tenuto ieri un focus didattico e interattivo nella redazione Lumsanews dei trenta giornalisti praticanti. Il manager dell’agenzia di stampa ha posto l’accento sulla forza della Turchia: un Paese ricco di risorse, e troppo spesso dimenticato. Sarebbe infatti proprio quella turca la zona del Mediterraneo su cui, ha spiegato Squillante, si giocheranno le sorti del futuro europeo-asiatico. L’Italia è dunque chiamata a rispondere, per evitare di soccombere alla potenza del premier turco Erdogan.

“La Cina, invece, non va considerata una minaccia agli attuali equilibri internazionali. Perché l’unica sua zona reale di interesse è quella del Pacifico.. Proprio in quell’area è però forte l’influenza statunitense e, dunque, le ambizioni cinesi sono destinate al ridimensionamento”. Dalla guerra fredda alla caduta del muro di Berlino. E poi il parallelismo tra gli anni ’90 (periodo di un cambio massiccio e diffuso dei governi europei occidentali) e oggi (altro momento di forti mutamenti politici in Francia, Spagna, Italia e Grecia). Uno sguardo anche ai paesi arabi: l’avvento dei Fratelli musulmani in Libia, Egitto e Turchia denota una rottura importante col passato. Per Squillante si tratta dell’affermazione di governi fortemente incentrati su rigidi principi religiosi, diversi dai precedenti. Proprio questo fattore “spingerebbe Israele verso la sindrome dei regni crociati”, cioè all’isolamento dal mondo musulmano. Infine resta da menzionare l’accenno fatto alle agenzie di rating, “non sempre attendibili e oggettive nelle loro valutazioni”. Per dimostrarlo basta citare il caso dell’agenzia Moody’s, che vede tra i suoi principali azionisti la BlackRock, colosso mondiale per gli investimenti nel mondo. Quest’ultima società, a seguito della fusione con Barclays Global Investors ha ereditato numerose partecipazioni italiane per un totale di circa 9 miliardi di euro. Proprio tale interesse nei nostri mercati, ricorda Squillante, “spingerebbe la BlackRock in una posizione di conflitto d’interesse nella valutazione del rating italiano”.

Gianluca Natoli

 

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