Il risultato dell’autopsia sul corpo di Fabiana Luzzi conferma la ferocia con la quale è stata uccisa. Colpita da oltre 20 coltellate, la sedicenne di Corigliano Calabro ha combattuto con tutte le sue forze per strappare di mano al fidanzato Davide, di un anno più grande di lei, la tanica di benzina con la quale le ha dato fuoco. L’esame autoptico, inoltre, considera “probabile”, come confessato dall’assassino, che la ragazza sia stata cosparsa di benzina e data alle fiamme quando era ancora viva dato che nessuno dei fendenti, anche se alcuni profondi, inferti al torace, all’addome e alla schiena, era stato mortale. Fabiana era a terra, ferita e sanguinante, ma quando si è resa conto che il ragazzo intendeva bruciarla, si è alzata e gli si è scagliata contro cercando di togliergli di mano la tanica. Poi, indebolita dalle ferite, è ricaduta e lui le ha dato fuoco. I medici legali, comunque, si sono presi 40 giorni di tempo per il deposito della perizia definitiva.
L’ennesimo femminicidio e due famiglie distrutte, quella della vittima e quella dell’omicida, un ragazzo per bene, con ottimi voti a scuola e che non ha mai avuto problemi con la giustizia. La mamma di Fabiana ha chiesto giustizia, ma ha aggiunto: “Anche lui è una povera vittima”, riferendosi all’assassino di sua figlia.
La vicenda. Fabiana venerdì scorso non era tornata a casa dopo la scuola e i genitori ne avevano denunciato la scomparsa. Il fidanzato-omicida era stato fermato dopo la denuncia e le testimonianze dei compagni di scuola di Fabiana, che avevano raccontato ai carabinieri di averla vista mentre si allontanava con lui a bordo di un motorino dopo le lezioni. Interrogato dal pm della Procura di Rossano Maria Vallefuoco su delega della Procura dei Minori, il ragazzo, aveva fornito una prima versione poco chiara dei fatti, facendo riferimento ad una presunta aggressione subita da un gruppo di persone. Inoltre, a seguito dell’omicidio, aveva riportato ustioni al viso e in altre parti del corpo e aveva giustificato quelle scottature raccontando di essersi ferito mentre aggiustava il motorino, dopo aver accompagnato la sua ragazza a casa. Questa versione non aveva ovviamente convinto gli inquirenti. Poi la confessione dell’atroce delitto in seguito alla quale è stato portato in carcere nell’Istituto minorile di Catanzaro con l’accusa di omicidio volontario. È stato lui stesso ad indicare agli inquirenti il luogo esatto in cui trovare il cadavere carbonizzato, abbandonato in una zona isolata nelle vicinanze dell’istituto che la giovane frequentava.
Una relazione estremamente conflittuale quella tra i due adolescenti, una forte gelosia reciproca causa di continui tira e molla. Ma a scatenare la furia omicida del ragazzo, sarebbe stato il rifiuto della giovane ad avere rapporti sessuali con lui.
La solidarietà di Corigliano. A Corigliano Calabro ieri le scuole sono rimaste chiuse in segno di lutto. Gli studenti, tra cui i compagni di Fabiana, hanno organizzato un corteo per la città che si è concluso sotto casa della famiglia. Tutti indossavano un nastro rosso, il colore dell’amore e, in testa al corteo, uno striscione con la scritta “16 anni per sempre. Riposa in pace piccolo angelo”.
Il ricordo della Camera. Nel pomeriggio anche la Camera ha ricordato Fabiana con un minuto di silenzio. “Ancora una volta una violenza travestita da amore, un orrore”, ha detto la presidente Laura Boldrini. A lei si è unita il ministro per le Pari Opportunità, Josefa Idem: “Stiamo lavorando all’istituzione di una task force a livello governativo che coinvolga i ministeri del Lavoro, della Giustizia, della Salute, dell’Istruzione e dell’Economia. Perché quando una donna è vittima di violenze non può si prescindere da un intervento efficace e congiunto”, ha concluso il ministro.
Francesca Polacco