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Ex Jugoslavia, l’Aja annulla l’assoluzione di Karadzic. Per l’ ex leader serbo-bosniaco torna l’accusa di genocidio

di Paolo Costanzi12 Luglio 2013
12 Luglio 2013

Tornano a undici i capi di accusa per Karadzic. Il Tribunale Penale Internazionale (Tpi) per l’ex Jugoslavia dell’Aja ha annullato l’assoluzione di Radovan Karadzic dall’accusa di genocidio per le stragi in Bosnia-Erzegovina nel 1992.

Assolto. Il 27 giugno 2012 l’ex leader politico bosniaco di origine serbe, Karadzic – catturato nel 2008 dopo dodici anni di latitanza – era stato assolto dall’accusa di genocidio nei villaggi della Bosnia perpetrate nel marzo 1992: «La corte ha accolto in parte – aveva dichiarato il giudice sudcoreano O-Gon Kwon – la richiesta dell’accusato e pronuncia l’assoluzione dal primo capo dell’atto d’accusa ma rigetta il resto della richiesta». Rimanevano, quindi, gli altri dieci capi d’accusa tra i quali quello riguardante il genocidio di Srebrenica.

La Corte torna sui suoi passi. Ieri è stato lo stesso Tribunale dell’Aja a ribaltare la decisione decretando, appunto, l’annullamento dell’assoluzione.La Corte d’Appello ha infatti rovesciato la decisione presa in primo grado di assolvere Karadzic per il genocidio nei villaggi bosniaci e ha confermato l’incriminazione per la strage di Srebrenica del 1995 quando le truppe serbo-bosniache guidate dal generale serbo, Ratko Mladic, trucidarono 8mila musulmani sotto gli occhi impotenti – o non volenti – dei caschi blu olandesi che avevano il compito di mantenere demilitarizzata la zona di Srebrenica.

Il giorno del ricordo. Intanto, ieri nella piccola cittadina bosniaca si è tenuto il 18esimo anniversario del massacro di Srebrenica. Il dolore e le lacrime sono tornate a scavare i volti dei familiari delle vittime delle stragi. Un lungo serpentone di camion bianchi ha percorso le strade di Sarajevo, costeggiando i marciapiedi cosparsi di petali bianchi, e fermandosi davanti all’edificio della presidenza bosniaca per poi terminare il suo cammino al cimitero di Potocari. Il convoglio proveniva dall’obitorio di Visoko e trasportava le spoglie di circa 400 vittime del massacro di Srebrenica identificate solo l’anno scorso grazie ai test del Dna. Nel 18esimo anniversario della peggiore strage compiuta in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale, hanno fatto molto rumore, metaforicamente, le assenze dei rappresentanti serbo-bosniaci.

Paolo Costanzi

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