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HomeEconomia Ex Ilva, si fermano gli stabilimenti per lo sciopero

Ex Ilva, sciopero di 24 ore
Si fermano gli stabilimenti
ma continua la trattativa

Di Maio: "Obbligare Mittal a restare"

Intanto Jindal esclude un interesse

di Alessandro Rosi08 Novembre 2019
08 Novembre 2019

Un ambientalista durante lo sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal, Taranto, 8 novembre 2019. Decine di lavoratori dell'appalto sono in presidio nei pressi della portineria imprese. Presenti anche lavoratori diretti e rappresentanti sindacali. I metalmeccanici chiedono "all'azienda l'immediato ritiro della procedura di retrocessione dei rami d'azienda e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si è firmato l'accordo del 6 settembre 2018 che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze previste". ANSA/ RENATO INGENITO

La battaglia legale del secolo si avvicina. Mancano 48 ore e poi l’offerta del governo ad ArcelorMittal scadrà. Il premier Giuseppe Conte è stato chiaro: “Se ci sarà un contenzioso legale sarà la battaglia del secolo, non possiamo consentire che dall’Italia si venga e si vada via senza rispettare gli impegni contrattuali”. Stessi toni usati dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ieri ha ricevuto il premier. “Non possiamo permetterci, sull’onda dell’abbandono di ArcelorMittal, che scatti un effetto sistemico sulle nostre imprese”. Conseguenze che potrebbero ripercuotersi anche sulla tenuta del governo, alle urne in caso di crisi.

Oggi lo sciopero contro i 5mila esuberi.
Oggi è il giorno dello sciopero nello stabilimento di Taranto. Uno sciopero di 24 ore promosso da Fim, Fiom e Uilm che arriva dopo gli atti di recesso del contratto da parte di ArcelorMittal, la dichiarazione di 5mila esuberi, l’atto di citazione verso i commissari di Ilva, al Tribunale di Milano, da parte della stessa Arcelor Mittal, e il vertice di ieri sera a Palazzo Chigi col premier Giuseppe Conte, diversi ministri, i sindacati, confederali e dei metalmeccanici, le istituzioni della Puglia e di Taranto. Sulla questione è intervenuto il segretario della Cgil Maurizio Landini: “Innanzitutto bisogna fare applicare un accordo. Mittal ha firmato un accordo che ha degli impegni molto precisi”, e poi prosegue,” credo che sia da evitare qualsiasi braccio di ferro legale, perché queste discussioni non si risolvono in tribunale”.

Di Maio: “Dobbiamo obbligarli a restare”.
“La vecchia cordata non esiste più, dobbiamo obbligare Arcelor Mittal a restare a Taranto”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso del forum Ansa. “Può succedere che un imprenditore sbagli i calcoli ma gli oneri vanno fatti rispettare, le cambiali non vanno fatte pagare allo Stato ma rimangono alle imprese”.

Salvini: “Non abbiamo bond, querelo chi lo dice”.
“Io querelo poco e niente, ma oggi un po’ di gente la querelo, considerato che dicono che abbiamo azioni o bond di Arcelor Mittal: roba assolutamente fantasiosa”. Lo ha detto Matteo Salvini, segretario della Lega, incontrando la stampa a Firenze.

Speranza: “Pronti a tutto per salvare l’ex Ilva, non può chiudere”.
“Se l’Italia vuole continuare a essere una grande potenza industriale, non può rinunciare alla sua acciaieria più importante. La strada ora è l’interlocuzione con Mittal. Ma bisogna fare di tutto per salvare le acciaierie, nessuna ipotesi può essere esclusa”. Lo afferma Roberto Speranza, ministro della Salute e capodelegazione di LeU, in un’intervista alla Stampa.

Commissari verso richiesta proroga stop Afo2.
I commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria presenteranno una istanza all’autorità giudiziaria di Taranto per chiedere la proroga del termine del 13 dicembre fissato dal tribunale per la realizzazione degli adeguamenti di sicurezza dell’Altoforno 2, sottoposto a sequestro dopo l’incidente del giugno 2015 in cui è morto l’operaio Alessandro Morricella. Lo hanno annunciato gli stessi commissari, Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo, in un incontro avuto ieri in Procura con il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo.

Soluzioni possibili: la rival Jindal si sfila, ipotesi nazionalizzazione.
“Smentiamo con forza”, si legge in un tweet postato sul canale Twitter del gruppo, “le indiscrezioni di stampa secondo cui Jindal Steel and Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l’acciaieria di Taranto”. Mentre prende corpo l’ipotesi di nazionalizzazione, lanciata dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un’intervista a Repubblica: “Nazionalizzare non è un tabù. Non vedo perché parlare di rischio. Credo sia stato storicamente un errore privatizzare il settore della siderurgia, che era un fiore all’occhiello e di cui oggi rimane un unico stabilimento”. Rimane poi la possibilità che, se Arcelor si ritira, si continui la gestione commissariale al Mise, così come indicato dal premier Conte.

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