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Ex direttore del Carlino condannato a otto mesi: non aveva controllato un necrologio

di Cesare Bifulco26 Maggio 2015
26 Maggio 2015

Pierluigi_VisciFinire dietro le sbarre per aver pubblicato un necrologio, in Italia si può. Pierluigi Visci, ex direttore responsabile del Resto del Carlino è stato condannato ad otto mesi di carcere e cinquemila euro di risarcimento per omesso controllo in un processo per diffamazione. Il necrologio, ritenuto offensivo dal giudice del tribunale di Bologna Milena Melloni, è stato pubblicato sul quotidiano del capoluogo emiliano la vigilia di Natale del 2009. “Ti raccomandiamo, Signore, l’anima fedele del nostro fratello… perché lasciato questo mondo, viva in te. Nella tua clemenza cancella le spietate barbarie, le grandi e crudeli cattiverie contro persone deboli che non si potevano difendere, che ha commesso per la fragilità della condizione umana e concedigli il perdono e la pace”. Sono queste le parole dettate alla concessionaria che si occupa degli annunci da L.S. ex genero del defunto 88enne, condannato invece ad un anno di reclusione. L’ex direttore ha commentato con noi la vicenda che ha suscitato non poche curiosità
Direttore come considera questa condanna, che qualcuno ha definito “esemplare” e che ha acceso polemiche e dibattiti nel mondo del giornalismo?
«Sono sconcertato. Le sentenze sono sentenze e basta, non dovrebbero esistere sentenze “esemplari”. Questa vicenda invece dovrebbe essere ritenuta esemplare dai colleghi e dall’opinione pubblica e soprattutto dovrebbe allertare tutti sui rischi che corre la stampa italiana: oggi per un necrologio domani per un’inchiesta vibrante e così via».
Come ha vissuto il processo?
«Purtroppo non sono stato presente in aula, perché da direttore responsabile avevo altre decine e decine di procedimenti a mio carico per diffamazione. Ma ci sarei voluto essere per guardare negli occhi il giudice che ha emesso questa condanna, per capire su quale pianeta vive».
Quello della diffamazione è un tema molto caldo in questo periodo: come agire?
«E’ già da tempo che l’Unione Europea ci chiede una riforma in questo senso. Non è civile che il reato di diffamazione a mezzo stampa preveda pene detentive e risarcimenti così salati: otto mesi per un necrologio è una pena abnorme. Non resta che sperare che il legislatore agisca al più presto con la dovuta precisione».

Cesare Bifulco

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