Il mondo del giornalismo si sta evolvendo velocemente. Ma per rispondere alle nuove sfide, legate soprattutto al web e al moltiplicarsi delle fonti di informazione, il ruolo dei giornalisti continuerà ad essere fondamentale. Questo è il messaggio emerso dalla tavola rotonda Nuovi giornalismi, le sfide e le opportunità del futuro, che si è svolta ieri pomeriggio nell’Aula Magna dell’Università Lumsa dopo l’inaugurazione del presidente del Senato Grasso e alla quale hanno preso parte il direttore dell’Ansa, Luigi Contu; il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio; il direttore della Tgr Rai Vincenzo Morgante e il caporedattore delle inchieste de L’Espresso, Lirio Abbate. A moderare il dibattito, il direttore delle testate del Master in Giornalismo della Lumsa, Carlo Chianura.
“Nell’ultimo anno e mezzo la figura del giornalista ha recuperato una centralità che sembrava perduta – le parole di Contu – Il moltiplicarsi delle fonti rende necessario avere dei professionisti che siano capaci di produrre informazione di qualità. Con il web si è moltiplicata la velocità con cui si diffondono le notizie, ma anche la responsabilità. L’attendibilità diventa perciò determinante”.
“In questa epoca c’è il rischio di soggiacere alla dittatura del mi piace – spiega Morgante – Nella nostra testata abbiamo portato a termine un percorso di digitalizzazione delle 24 sedi regionali. Per lo spettatore il servizio è più veloce, ma la velocità non è sempre amica della qualità. Per questo, la presenza del giornalista ha ancora un senso. Bisogna dare una testimonianza di credibilità”.
Per Tarquinio, un altro problema è la dittatura dei clic: “Si pensa che un maggior numero di contatti possa portare ricchezza a chi li accumula, ma le grandi testate che adottano questo metodo hanno perso molti lettori. Il business del settore resta sulla carta”.
Un’altra parola chiave è certificazione, come spiega Abbate: “Noi cerchiamo di raccontare storie certificate e non legate all’attualità. Per rendere le notizie più forti abbiamo creato prima il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, che ha sede a Washington, poi un altro consorzio europeo”.
Per chi si avvicina a questa professione, il percorso non è facile, vista la pesante crisi del settore. Ma qualche speranza c’è ancora. “C’è un processo che preoccupa, l’espulsione dei giornalisti dalle redazioni – dice Tarquinio – L’informazione vera va costruita insieme, il nostro è un lavoro di gruppo”.
“Credere in questo mestiere è da visionari – gli fa eco Contu – Il tema dei costi dell’informazione riguarda tutta la società”. “Prefigurare un futuro non è facile – aggiunge infine Morgante – Non sarà semplice tenere la schiena dritta, ma la qualità continuerà a pagare”.