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Evasori senza pace. Dura sferzata minacciata dal ministro dell’Economia Padoan

di Samantha De Martin27 Febbraio 2014
27 Febbraio 2014

padoan

Governo che arriva, evasore che trema. Anche con il nuovo esecutivo guidato Renzi, minacciati dalle “grinfie” del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, gli evasori si preparano ad affrontare tempi duri, soprattutto dopo la guerra dichiarata dal nuovo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al suo debutto in Parlamento.

Nuovi tagli in arrivo Oltre a gravare sulle teste dei frodatori del fisco, la scure del nuovo esecutivo minaccia un taglio tra i 3 e i 5 miliardi nel 2014, che potrebbero salire a 15 nel 2015, portando al recupero di 5-6 miliardi nell’arco di 12 mesi.
L’obiettivo, racchiuso in un dossier che Cottarelli ha presentato al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e al premier Matteo Renzi, sarà quello di recuperare poco più di 30 miliardi in tre anni, una decina almeno per la fine del prossimo anno, arrivando ad accumulare un tesoretto da destinare al taglio del cuneo fiscale.
L’appello del ministro dell’Economia “Gli effetti dell’efficienza richiedono una permanenza di strumenti che evitino l’addormentarsi su risultati che devono invece essere confermati continuamente” è stato l’appello lanciato dal ministro Padoan in merito all’evasione.
Gli evasori nella Capitale La voragine di 240 milioni e 500mila euro di conti non pagati alle casse del Campidoglio nel 2013, secondo gli accertamenti fatti da Aequa Roma, la società che si occupa del contrasto all’evasione dei tributi di Roma Capitale, della quale risulterebbero 54 milioni e 500 mila euro non pagati da proprietari di immobili destinati ad attività commerciali e appartamenti, è solo uno degli innumerevoli casi di truffa ai danni nel fisco nella Capitale. Nel 2013 gli accertamenti mirati inerenti la Tari, erano stati, sempre a Roma, 1531, per una somma di 57 milioni e 500 mila euro, e quasi il 75% ha riguardato il fenomeno dell’evasione totale del tributo.
E dopo la vicenda di Angiola Armellini, erede del “re del mattone” romano, che, nonostante i suoi 1.243 immobili, aveva nascosto al Fisco circa 2 miliardi di euro, non pagando Ici e Imu, gli evasori della città eterna, dove 3 negozi su 5 non emettono lo scontrino, tremano alla minaccia del ministro dell’Economia appena insediatosi.
Che si tratti di vera lotta o di un ennesimo panegirico propagandistico di un nuovo Ministero, i presupposti sono senza dubbio incoraggianti.

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