Dopo l’arresto di Giampiero Cattini, 42 anni (il primo dei due fuggitivi dal carcere romano) preso il 13 febbraio a casa della madre in zona San Basilio, anche Sergio Di Palo è stato rintracciato in un ospedale di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, e catturato dai poliziotti della squadra mobile di Roma in collaborazione con quelli locali.
Di Palo, 35 anni, aveva bisogno di cure per una ferita al ginocchio procuratosi durante la fuga. Inizialmente le aveva ricevute presso il San Filippo Neri di Roma, poi si era allontanato e, aiutato da complici che gli hanno procurato un documento falso, è stato portato a San Benedetto del Tronto, dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico. La situazione doveva essere da lui ritenuta relativamente sicura, tanto che, alla vista degli agenti che si apprestavano a prenderlo in consegna, ha dichiarato: “Ma come avete fatto a trovarmi?”
Cattini e Di Palo erano evasi nel modo più semplice e “cinematografico”, segando le sbarre della loro cella al terzo piano e calandosi con delle lenzuola annodate oltre il muro di cinta. Inizialmente le guardie penitenziarie, constatata la fuga, avevano ispezionato i dintorni del carcere nella speranza che i due detenuti si fossero nascosti nelle vicinanze per poi allontanarsi in un secondo momento. Poi le ricerche si sono fatte serrate: posti di blocco, interrogazioni a testimoni e familiari.
Con questo arresto non termina però il lavoro degli investigatori della Squadra Mobile diretti dall’ispettore Renato Cortese, che stanno provando a ricostruire le tappe della fuga di Di Palo, in particolare il giro di complici che gli avrebbe permesso di allontanarsi e di assumere un’identità falsa: si sospettano implicazioni con la criminalità organizzata alla quale il detenuto è probabilmente legato.
