L’eutanasia torna nell’agenda parlamentare nonostante le posizioni discordanti dei partiti. Dopo il primo via libera al suicidio assistito da parte del comitato etico della Regione Marche al paziente “Mario”, la proposta di legge sul fine vita potrebbe arrivare in aula il 29 novembre. Ma se Pd e M5s spingono sull’acceleratore, il centrodestra sfrutta la contingenza per allungare i tempi, con il timore che si possa andare al 2022.
La proposta di legge, di cui è relatore il deputato dem Alfredo Bazoli, è attualmente ferma all’esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali alla Camera. Il testo prevede che a porre liberamente fine alla propria vita sia la persona “che abbia raggiunto la maggiore età, sia capace di intendere e di volere, di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli”. Il paziente, inoltre, deve essere stato adeguatamente informato e previamente coinvolto in un percorso di cure palliative per alleviare il suo stato di sofferenza o le abbia rifiutate.
Al momento non sembrano esserci le condizioni per sbloccare entro lunedì l’impasse. Numerosi sono gli impegni del Parlamento, dalla fiducia sul processo civile ai decreti bollette e Covid in scadenza. Ma il problema è anche politico.
A poco serve il tweet del senatore di Forza Italia Andrea Canigni, che sostiene la necessità di non impedire la “scelta, tragica, di libertà” di interrompere la propria vita. Secondo il presidente dei deputati della Lega, Riccardo Molinari, che ha parlato a La Stampa, serve più tempo, in quanto “il testo, così com’è, al nostro gruppo non piace”. Lo stesso Pierantonio Zanettin, capogruppo Fi in commissione giustizia, ha dichiarato che la vicenda di Mario “dimostra che non c’è fretta, i giudici decidono lo stesso”.
Bazoli rilancia sulla possibilità di trovare una maggioranza, facendo leva sull’ampia partecipazione proveniente da altri canali: “C’è la Consulta, ci sono i giudici che si muovono, c’è il referendum, e quindi faccio fatica a capire chi dice no”. Lo scorso ottobre sono state depositate infatti in Cassazione 1 milione 200mila firme per chiedere una consultazione sull’eutanasia legale con l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale sull’omicidio del consenziente. Le firme dovranno passare dalla Corte Costituzionale a gennaio. Se la Consulta darà il via libero si voterà per il referendum fra aprile e giugno.