Il Pil dell’Eurozona tornerà ai livelli pre-pandemia l’anno prossimo, mentre quello italiano “non tornerà ai livelli del 2019 entro il 2022”. Lo scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche d’inverno. Se da una parte domina la prudenza, dall’altra si evidenzia una reale prospettiva di crescita generalizzata. Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni presentando le previsioni economiche ha sottolineato che “uno Stato su quattro avrà bisogno di più tempo”. Infatti, l’impatto economico della pandemia tra gli Stati membri è disomogeneo e per questo la velocità della ripresa varierà in modo significativo.
Per la Commissione, anche grazie all’avvio dei programmi di vaccinazione che “danno motivo per un cauto ottimismo”, si riesce a vedere la “luce alla fine del tunnel”, nonostante l’Europa resti “nella morsa della pandemia”. Una volta superato il primo trimestre del 2021, difficile a causa delle nuove misure di confinamento in numerosi paesi europei, l’economia dovrebbe tornare a crescere nella primavera e ancora di più nella seconda parte dell’anno. Il Pil dell’Eurozona secondo le previsioni della Commissione Ue crescerà del 3,8% sia nel 2021 e sia nel 2022.
L’Italia invece crescerà meno rispetto ai partner europei. Il Pil del Belpaese crollato meno del previsto nel 2020 (-8,8%), crescerà del 3,4% nel 2021, e del 3,5% nel 2022. Il Pil nonostante la forte ripresa, non tornerà ai livelli del 2019 entro il 2022. L’anno del pareggio dovrebbe essere il 2023. Tuttavia la Commissione precisa che le stime non tengono contro dell’impatto del Next Generation Eu, non incluso nelle stime.
Gentiloni è fiducioso sull’apporto che verrà dato dal Recovery fund sulla crescita del Pil e infatti sostiene che “considerando uno stimolo di sei anni, il livello del Pil 2021-2026 potrebbe essere più alto rispetto a uno scenario senza Recovery”.