Nell’incessante ricerca di un lavoro, l’82% degli italiani si rivolge ad amici, parenti e conoscenti. A testimoniarlo sono gli ultimi dati Eurostat – riferiti al terzo trimestre 2017, pubblicati oggi sulla Stampa – che confermano una tendenza avviatasi già prima della crisi e con un andamento altalenante.
Risale a pochi anni fa uno studio realizzato dall’americana Dorothy Louise Zinn, secondo cui la raccomandazione è un tratto genetico e antropologico del Paese, soprattutto del Meridione. Ma se otto italiani su dieci ricorrono alle relazioni personali per cercare un impiego, probabilmente è anche per la debolezza delle altre reti, come i centri per l’impiego e le agenzie del lavoro private.
E così le agenzie e i centri pubblici cercheranno di cambiare strategia aumentando la qualità, gli strumenti e l’efficacia dei servizi. Lo ha sostenuto Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, secondo il quale sarà essenziale valorizzare “la funzione degli attori specializzati nell’incontro domanda-offerta di lavoro, completando poi una rivoluzione culturale verso la meritocrazia”. Anche perché, ha precisato Ramazza, dove sono presenti le agenzie, “c’è minor diffusione di lavoro nero e sotto-tutelato”.
Rosario Rasizza – presidente di Assosomm – ha definito la diffidenza dell’opinione pubblica nei confronti delle agenzie una difficoltà a considerare tali enti “alleati, in grado di creare un ponte rapido con le imprese”. Per il presidente dell’Anpal Maurizio Del Conte, invece, “il sistema dei centri per l’impiego necessita di maggiori investimenti, ma è indispensabile un coordinamento a livello nazionale, per favorire economia di scala e maggiore efficienza”.
Il ricorso alla rete familistica e clientelare per la ricerca di un lavoro, comunque, è minore negli altri paesi dell’Unione europea, dove la media è al 68%. Se in Italia solo il 25% delle persone si rivolge a un ufficio pubblico, diversamente accade in Germania, dove il 73,4% si affida ai centri per l’impiego, seguita da Francia (55,7%) e Regno Unito (33,9%). Infine, per quanto riguarda le agenzie private, solo il 14,4% degli italiani vi ricorre (in Francia il 32,9%, nel Regno Unito il 21%).