ROMA – “Alle elezioni politiche del 2022 il risultato di Fdi è stato del 26% dei voti ed è questo l’obiettivo a cui punto” nella corsa a Bruxelles. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato, in un’intervista al programma Agorà, a proposito delle elezioni europee che si terranno il 9 e 10 giugno prossimi. Il test elettorale europeo si avvicina e Giorgia Meloni non nasconde l’ambizioso obiettivo di replicare il successo delle politiche, conscia che, però, “non sarà cosa facile” dato che “non accade spesso che dopo un anno e mezzo un governo possa confermare quel consenso”.
Nell’intervista rilasciata al programma politico di Rai 3 non si parla solo di europee ma anche di tanti altri temi tra cui il rapporto del presidente del Consiglio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “I miei rapporti con il presidente Mattarella sono ottimi” dice puntualizzando che il loro “rapporto viene gestito personalmente” e che “chi briga per cercare di comprometterlo rimarrà deluso”. Allusione alla polemica dopo gli scontri ai cortei pro-Palestina a Pisa e Firenze quando Mattarella parlò di “pericolo” nel “togliere sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità” e a cui Meloni replicò definendo “pericoloso far mancare il sostegno alla polizia”.
In merito all’inchiesta di Perugia sul presunto dossieraggio poi, Meloni ha le idee chiare: “Sono assolutamente convinta che conosciamo la punta di un iceberg. Più che preoccupata sono molto indignata”. E poi continua: “Bisogna andare fino in fondo, tirare fuori tutti i responsabili e soprattutto i loro mandanti”.
Un passaggio anche sul rapporto con l’opposizione: “La sinistra si è indignata perché ho detto che le tasse non sono una cosa bellissima, ma lo confermo. Non accetto, come ho sentito, la leader del Pd dire che la sanità è bellissima che si paga con le tasse e non accetto lezioni”. Tuttavia si dice speranzosa di un cambio di approccio in cui invece che “lavorare sulla demonizzazione dell’avversario si riporti al centro il confronto su una dimensione di rispetto e riconoscimento reciproco”. E su una possibile rinuncia alla politica: “Rinuncerò quando dovessi rendermi conto che non ho più il consenso degli italiani, non sto qui a sopravvivere”.