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HomePolitica Salvini: “Dall’Ue un attacco all’Italia
Andiamo avanti, non cambiamo”

Salvini: "Dall'Ue un attacco
all'economia italiana
Avanti, non cambiamo"

Moscovici: "La porta resta aperta

ma attenti al fascismo"

di Alessandro Rosi24 Ottobre 2018
24 Ottobre 2018

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (S) con il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini (D) durante la conferenza stampa al termine del Cdm a palazzo Chigi, Roma, 20 ottobre 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

“Oggi nessuno può stupirsi, ma non è la fine della storia, è una tappa: la porta per un dialogo costruttivo resta aperta”. Così ha dichiarato il commissario europeo Pierre Moscovici in relazione alla contestazione formale del bilancio programmatico italiano. È la prima volta che accade nella storia ventennale della Ue, ora il governo Conte ha tempo fino al 13 novembre per modificare il Def.

Nello specifico, la manovra per il 2019 non ottempera gli impegni sulla riduzione del deficit strutturale, ossia la differenza tra entrate e uscite dello Stato al netto degli effetti del ciclo economico, aumentandolo dello 0,8% anziché ridurlo dello 0,6%. Se non dovessero esservi modifiche, la Commissione europea potrebbe aprire una procedura per deficit eccessivo, con il rischio di sanzioni fino a 9 miliardi di euro.

Salvini resta fermo sulle sue posizioni, dichiarando che la bocciatura “è un attacco all’economia” e che “da Bruxelles possono anche mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario Giorgetti, che a Porta a Porta spiega come l’Italia non è più supina all’Europa, ma “se sbagliamo siamo pronti a correggere attuando meccanismi automatici sulla spesa”.

Il taglio delle spese e la rimodulazione delle misure, escludendo però l’introduzione di una patrimoniale, è l’ipotesi adombrata dal premier Giuseppe Conte, il quale sostiene che “se per qualche motivo dovessimo andare in difficoltà, semplicemente adotteremmo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prefigurati”.

Venerdì è inoltre attesa la pagella di S&P’s, che potrebbe essere peggiore di quella di Moody’s e di conseguenza aumentare lo spread. In tal caso l’esecutivo potrebbe essere costretto a correre ai ripari già nelle prossime settimane.

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