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HomeCultura Europa, la nuova frontiera dei giovani italiani: 80mila espatriati solo nel 2018

Europa, la nuova frontiera
80mila giovani italiani
espatriati solo nel 2018

Non sono soltanto i cervelli in fuga

c'è lavoro anche per i meno istruiti

di Laura Bonaiuti24 Gennaio 2019
24 Gennaio 2019

Gli esperti la chiamano “nuova mobilità” per distinguerla dall’emigrazione tradizionale. Stiamo parlando dei tanti italiani che si spostano all’estero per opportunità lavorative o di formazione, e poi non ritornano più nel loro paese natio. Giovani, soprattutto, che “hanno un’identità europea”, come spiega al Corriere della Sera la ricercatrice Delfina Licata che ha curato il rapporto “Italiani nel Mondo” per Migrantes.

La ricerca dimostra come gli italiani siano sempre più globalizzati. Nei soli 12 mesi del 2018, sono 80mila, tra i 18 e i 49 anni, ad essersi trasferiti. E non si tratta solo di cervelli in fuga, ma anche di chi non ha studiato. “La parola chiave è meritocrazia”, continua Licata, “anche se fanno un lavoro non qualificato, o meno qualificato rispetto alla loro formazione, riferiscono che all’estero si sentono più valorizzati e più remunerati che in Italia”.

Per rendere l’idea dell’estensione del fenomeno, basta leggere i dati che si riferiscono al progetto Erasmus. Se nel 1987 vi avevano partecipato poco più di tremila universitari, trent’anni dopo sono diventati 41mila. L’Europa fa meno paura, anzi forse è l’unica scelta per sfuggire alla disoccupazione che imperversa a casa propria. Si abbassa anche l’età di chi lascia l’Italia per studio. Nel 2016 gli alunni delle superiori che hanno trascorso un periodo all’estero sono stati 7.400, il 111% in più rispetto al 2009.

Alla facilità di emigrare contribuisce anche lo sviluppo tecnologico. Quella del web è una dimensione fondamentale per i giovani: “La loro identità non è più localizzata in un territorio specifico, anche perché grazie a internet possono mantenere i contatti con l’Italia e i compagni di studi. Si sentono contemporaneamente italiani, cittadini del mondo e dell’infosfera”, racconta, sempre al Corriere, Luciana Degano Kieser, psicologa a Berlino che segue molti pazienti italiani.

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