Fallito l’ultimo tentativo di formare un governo tecnico pochi minuti fa. La Grecia tornerà alle urne il prossimo giugno. Nonostante questo c’è chi la vuole ancora nell’Eurozona.Si tratta del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junckerche ha ribadito la necessità che il paese resti nell’unione monetaria continuando comunque a rispettare gli impegni presi con l’Europa e il Fondo monetario internazionale.
La Grecia nell’Euro ma da oggi addio al governo tecnico. Nella conferenza stampa conclusiva dell’Eurogruppo di ieri si sono ammorbiditi i toni del centro di coordinamento dei ministri dell’economia e delle finanze degli stati membri dell’Euro e il presidente Juncker ha continuato così: “Noi 17 Stati membri siamo comproprietari della nostra moneta comune, non mi auguro nemmeno per un secondo che la Grecia lasci la zona euro, un non senso, un’assurdità, questa è propaganda. Aspettiamo la formazione di un nuovo governo, poi tratteremo con loro”.
Sul caso Grecia è intervenuto anche il commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn lanciando un accorato appello ai politici ellenici. “Ora più che mai – ha detto – la responsabilità di fare la loro parte per rispettare il patto di solidarietà stretto con l’Ue è sulle loro spalle”. Perchè la solidarietà è importante ed è un impegno che funziona solo se entrambe le parti rispettano gli accordi. E ieri, tutti i 16 Paesi dell’Eurozona hanno espresso la loro solidarietà ad Atene”.
Ma il ritorno alla dracma non è ancora scongiurato. A nove giorni dalle nuove elezioni del prossimo 6 maggio, la Grecia non ha ancora un governo. Il presidente Karolos Papoulias si è fatto sentire subito proponendo il governo tecnico che nè sinistra nè destra però vogliono. Per Juncker “Se ci saranno cambiamenti drammatici, non è una prospettiva che si può escludere”.
Perchè alla Grecia sono stati già dati 148 miliardi di euro di aiuti che devono essere restituiti. E gli impegni presi si rispettano, soprattutto se i creditori siamo noi europei.
Ma le borse europee finalmente si rialzano dopo 120 miliardi mandati in fumo ieri in un lunedì nero. E anche quando la Casa Bianca attacca con un “c’è bisogno di fare di più, la Grecia pensi a onorare il suo debito con l’Europa: un miliardo di euro da pagare entro giugno.
Dall’incontro di oggi pomeriggio lo scenario non lascia ben sperare: i greci indipendenti nati lo scorso 24 febbraio non sono ancora affidabili; ma c’è ben poco da fare, per ora: si può solo sperare che la Grecia ce la faccia ad arrivare alle urne.
Lorenzo Caroselli