L’incontro dell’Eurogruppo di ieri è stato il battesimo del fuoco per il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, arrivato a Bruxelles per presentare il piano con cui il primo ministro Alexis Tsipras intende sostituire l’austerity imposta dalla Troika. La Grecia ha scoperto le sue carte ed è probabile che riceverà un primo verdetto nel prossimo incontro dei ministiri delle Finanze europei previsto per lunedì.
Il tempo però stringe per la Grecia: il programma di aiuti finanziari che sta tenendo a galla il Paese (negli ultimi cinque anni sono stati erogati 240 miliardi di euro) scade lunedì e c’è bisogno di nuovi prestiti per dare seguito al programma elettorale con cui, lo scorso 25 gennaio, è stato eletto il nuovo governo. La concessione di un “prestito ponte” rappresenta quindi una priorità per la Grecia, disposta ad “aprire” a Russia o Cina se i soccorsi non dovessero arrivare dall’Ue. Ieri il ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias, è stato ricevuto a Mosca dall’omologo Serghej Lavrov che ha dichiarato: “La Russia prenderà in considerazione la possibilità di concedere aiuti finanziari alla Grecia qualora Atene dovesse farne richiesta”.
Durante le trattative di ieri Varoufakis ha ribadito la disponibilità a portare a termine il 70% delle riforme richieste dall’Esecutivo europeo, ma ha avanzato una serie di richieste che si articolano principalmente su tre punti: il dimezzamento dell’avanzo primario per avere più margini per finanziare le politiche sociali; un piano di swap sui prestiti con bond legati alla crescita del Pil; la sostituzione del 30% delle riforme richieste dall’Ue con 10 interventi di cui però ancora non sono stati illustrati i contenuti.
Lo spauracchio del “Grexit” resta quindi dietro l’angolo, tenuto in piedi soprattutto dall’intransigenza della Germania, poco incline a creare un precedente che sarebbe “diseducativo” per altri Paesi europei. La linea dei “nordici” la riassume bene il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schauble che, all’apertura dell’incontro, ha tenuto a precisare: “Ciascun Paese può fare come crede. Ma o il programma è completato, o non c’è programma.”
Trattative Grecia-Ue al capolinea: lunedì a Bruxelles il vertice decisivo
12 Febbraio 201551
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