Una vittoria per la gloria. Se la Nazionale di Roberto Mancini dovesse riuscire oggi a superare la Bosnia a Zenica, a 70 chilometri da Sarajevo, l’allenatore azzurro riuscirebbe a battere il record di vittorie consecutive, portandosi a dieci di fila, che dura da ben 80 anni e che era stato conquistato dal ct Vittorio Pozzo, colui che negli anni trenta guidò la nazionale che conquistò due mondiali consecutivi.
Per rimanere imbattuto nel girone J di qualificazioni agli Europei del 2020, già ampiamente vinto dall’Italia, lo jesino si affiderà in attacco al tridente Federico Bernandeschi, Andrea Belotti, Lorenzo Insigne. Il Gallo, che viene da una doppietta (su rigore) con il suo Torino, è stato preferito quindi al capocannoniere del campionato Ciro Immobile, a quota 14 reti in A ma che con la Nazionale tende a non decollare. Lorenzo Insigne, che con il suo Napoli, dilaniato da problemi interni, non sta brillando come ci si aspetta, farà riscaldare la panchina a Federico Chiesa della Fiorentina.
A centrocampo, dopo il forfait del “parigino”, fresco di rinnovo, Marco Verratti, Mancini sta pensando di inserire i giovani Niccolò (Barella e Zaniolo), che tanto bene stanno facendo con Inter e Roma, con al centro Jorginho. A guidare la difesa, Leonardo Bonucci e Francesco Acerbi (il laziale è stato preferito ad Alessio Romagnoli); sugli esterni: a sinistra Alessandro Florenzi, nel versante opposto il ct si affiderà al difensore del Chelsea Emerson Palmieri.
Per la Bosnia, invece, in campo sicuramente lo juventino Miralem Pjanic, mentre l’altro “italiano” Edin Dzeko, appena tornato da un infortunio al setto nasale rimediato a Roma contro il Cagliari, non ci sono ancora certezze.
L’ultimo appuntamento di queste qualificazioni andrà in scena lunedì al Renzo Barbera di Palermo contro l’Armenia.