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Quando il mestiere smarrisce l’etica. Convegno alla Lumsa sulla deontologia professionale

di Samantha De Martin11 Aprile 2014
11 Aprile 2014

etica convegno

In un contesto professionale sempre più bisognoso di principi, l’etica rappresenta un presupposto indispensabile per orientarsi tra i paradossi in cui talvolta è imbrigliata la professione, specie quella del giurista.
Di questa necessità di approccio etico, di deontologia nelle professioni giuridiche, dell’esigenza di responsabilità da parte dei professionisti nei confronti del ruolo sempre più specializzato che ricoprono, si è parlato giovedì scorso, alla Lumsa, nel corso del V Road Show di “Etica delle Professioni”, l’annuale tavola rotonda organizzata dal gruppo editoriale S.E.I. (Società eventi internazionali) che vede a confronto sul tema dell’etica i rappresentanti degli Ordini professionali.
Ideato dall’avvocato Valeria Ruoppolo e realizzato in collaborazione con il professore Stefano Semplici, docente ordinario di Etica sociale all’Università di Tor Vergata, membro del Comitato Internazionale di Bioetica dell’Unesco, il convegno, moderato dal vicedirettore del Tg3 Giuliano Giubilei, ha visto maturare, nel corso degli interventi, un proficuo dibattito su tematiche aperte a riflessioni che vanno oltre l’ambito strettamente giuridico.
All’incontro hanno partecipato anche Giovanni Serges, docente di “Istituzioni di diritto pubblico” e di “Diritto costituzionale regionale” all’Università di Roma Tre, Mario Bresciano, presidente del Tribunale Ordinario di Roma, il consigliere notarile di Roma, Francesco Gerbo, il consigliere dell’ordine dei Commercialisti di Roma Antonia Coppola e Andrea Magnanelli, vice presidente nazionale dell’UNAEP (Unione degli Avvocati degli Enti Pubblici).
“Oggi i giornalisti inseguono troppo spesso dinamiche incentrate sull’audience, una trappola dalla quale non possiamo sfuggire”ha detto nel corso del suo intervento Giuliano Giubilei. “La nostra sopravvivenza è spesso basata sulla pubblicità e sul tendenziale servilismo nei confronti del potere” ha continuato il vicedirettore del Tg3.
Di corto circuiti fra la dimensione etica e deontologica, di conflitti all’interno delle professioni, della necessità di istituire un rapporto fiduciario tra professionista e cliente ha parlato Stefano Semplici citando il filosofo francese Paul Ricoeur secondo il quale “La nostra è l’epoca nella quale più di ogni altra, si è investito sul valore della solidarietà”. “Occorre evitare che le faglie di un conflitto fra professionisti possano divenire controproducenti per il valore su cui si vuole investire” ha detto Semplici, insistendo anche sull’esistenza di un ceto dirigente malato, non sempre all’altezza dell’etica.
“Nella società attuale si è perso il concetto di ethos” ha ribadito il presidente del Tribunale di Roma Mario Bresciano, sottolineando l’esistenza di valori “geneticamente” appartenenti all’essere umano, molto diversi dalla morale che è, invece, “soggetta al mutamento di costumi nel tempo”.
Un’etica professionale che impone talvolta all’avvocato di assumere la difesa di persone spregevoli cozza troppo spesso con un’etica sociale avocata da una società civile sempre più alla ricerca di valori comuni. Valori e principi sempre più distanti dai concetti di lealtà, sensibilità e morale, che dovrebbero cucire il patto di fiducia tra il professionista e il cittadino.

Samantha De Martin

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