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Estradato in Giordania braccio destro di Bin Laden Processo milionario in Inghilterra contro Abu Qutada

di Leonardo Rossi08 Luglio 2013
08 Luglio 2013

Ennesimo colpo all’estremismo radicale: Abu Qatada, considerato il braccio destro di Osama Bin Laden in Europa, ha perso, dopo quasi dieci anni, la sua battaglia legale in Gran Bretagna ed è stato estradato in Giordania. Da tempo Qatada si dichiarava innocente riguardo le accuse di terrorismo, e domenica scorsa, il suo avvocato, dopo ore di dibattimento e in chiusura di un processo quasi infinito, ha visto il suo assistito preso in custodia dalle forze dell’ordine di Sua Maestà per essere imbarcato su un aereo.
Il suo ritorno è una vittoria perla Giordania: è dal 2001 che il paese ne aveva chiesto la consegna; richiesta, però, bloccata dalla Corte Suprema dei Diritti Umani e da una Corte inglese. Prima di poter procedere con la restituzione di Qatadala Giordaniae l’Inghilterra, la settimana scorsa, avevano firmato un documento che impegnava entrambe a non utilizzare dei metodi che potessero essere considerati come “tortura”, fatto questo l’Inghilterra ha proceduto alla consegna del terrorista.
La Giordaniaha condannato Abu Qatada in contumacia in due processi. Il procuratore militare ha accusato il terrorista di aver pianificato un attacco a una scuola americana ad Amman nel 1999 e nel 2000 di aver cercato di assassinare diplomatici americani e israeliani durante i festeggiamenti di fine anno. Le accuse per ora sono state sospese in vista di un nuovo processo che dovrà iniziare non appena Qatada sarà di nuovo in tribunale.
L’avvocato Tayseer Thiab riferisce che il «il suo cliente ha detto al pubblico ministero militare di non essere colpevole di terrorismo e che rigetta tutte le accuse contro di lui». Qatada sarà trattenuto in regime di detenzione per quindici giorni, a Muwaqar, una prigione con sede ad Amman nella zona industriale del Sahab. Per ragioni di sicurezza il nome dei pubblici ministeri che si occuperanno di verificare le accuse contro Qatada non saranno resi pubblici.
Dopo l’arrivo ad Amman, evento tenuto volutamente a basso profilo, il terrorista è stato consegnato nelle mani di forze speciali anti terrorismo, tutte rigorosamente a volte coperto e trasportato con un convoglio di dodici macchine nel più vicino compound militare. Tutta l’area era stata bloccata al traffico.
Il padre di Abu Qatada, Mahmoud, ha voluto dire all’Associated Press che: «Non ho niente da dichiarare. Mio figlio è innocente e spero chela Cortelo liberi». Il padre, insieme al fratello minore, Ibrahim, lo hanno incontrato soltanto per quindici minuti; quest’ultimo alla fine dell’incontro ha dichiarto di «averlo visto bene e in buona salute».
Ma il processo è stato lungo e pieno di insidie. Chris Grayling, ministro della giustizia inglese, ha considerato una vittoria la deportazione di Abu Qatada di domenica, annunciando un cambiamento radicale nel tema dei diritti umani inglesi. Il Segretario di Stato, Theresa May, ha promesso di rimuovere gli innumerevoli cavilli legali che possono essere utilizzati per evitare l’estradizione. Anche per i Liberali è arrivato il momento di cambiare «il fenomenale periodo di tempo necessario per procedere all’estradizione in questo paese». La notizia spiacevole per i contribuenti inglesi è che il processo è costato alle casse dello Stato 647,658 sterline, più un milione in costi legali per spese di ufficio.

 

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