Eva, Alessio, Alessandro e Davide sono ragazzi hikikomori e sono i protagonisti del documentario Sky “Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza”, prodotto da Sky e Fidelio, scritto e diretto da Michele Bertini Malgarini e Ugo Piva. È la storia di quattro poco più che ventenni, delle loro vite, delle loro speranze e aspirazioni, dei difficili rapporti con le famiglie e dei loro coraggiosi tentativi di venirne fuori. Venire fuori da quel tunnel che li consuma giorno dopo giorno e che li tiene rinchiusi in casa legati al proprio letto.
Eva è una studentessa fuori sede, vive a Torino e i suoi genitori non sanno cosa le stia accadendo. Non riesce a laurearsi e non vede davanti a sé un futuro. Alessio vive in conflitto con suo padre. Gli addossa la colpa della sua condizione e non riesce a fidarsi nuovamente di lui. Alessandro invece esce dalla sua stanza, ma solo per andare in cucina. Ascolta in silenzio le preoccupazioni di sua madre senza però dare un seguito alle sue parole. Vive la vita che gli piace, ribadendo di stare bene così, ma alla fine cerca in qualche modo di uscirne. E poi c’è Davide, che vive nel seminterrato della sua abitazione. Davide disegna e conosce online Martina. Riesce ad uscire per avere un incontro con lei, dopo il quale diventano una coppia. Non riuscirà però a superare del tutto il suo isolamento.
Accanto alle storie dei protagonisti anche quelle dei loro genitori, che vivono una condizione di disagio tanto quanto i ragazzi, e l’allarme di Marco Crepaldi, presidente e fondatore dell’Associazione Hikikomori Italia.
Il documentario è infine caratterizzato anche da una animazione grafica dal titolo “Deep”, suddivisa in quattro capitoli che si alternano alle storie dei quattro ragazzi, nata durante una serie di incontri online e di persona con i quattro protagonisti e che racconta la storia di un mondo sotterraneo buio e malsano, nato secoli fa.