Tre morti e due feriti gravi. Questo il bilancio dell’esplosione avvenuta ieri sera a Catania, in un appartamento al piano terra dove viveva un 75enne che riparava biciclette. Una parte dell’immobile rimane ancora sequestrata per consentire la prosecuzione delle indagini, mentre nella notte sono stati fatti tornare nelle proprie abitazioni i vicini di casa dell’anziano, dopo la messa in sicurezza e la bonifica dell’area.
Secondo le prime ricostruzioni, quattro vigili del fuoco si trovavano nell’immobile, allertati della fuga di gas da un coinquilino del palazzo, quando ci sarebbe stata un’esplosione dall’interno verso l’esterno. Questo elemento, confermato dal fatto che la porta d’ingresso sarebbe “volata” in strada su un’automobile, potrebbe confermare che l’incidente non sia stato provocato dalla superficialità di nessun vigile del fuoco, sebbene un testimone dichiari di aver visto uno di loro con una motosega.
Dario Ambiamonte, di 40 anni, e Giorgio Grammatico, di 38, all’interno dell’abitazione, hanno perso la vita. “Ero vicino al nostro mezzo di trasporto, perché dovevo prendere degli attrezzi, quando ho sentito la violenta esplosione: non ho visto cosa è accaduto prima, ma dopo la scena à stata drammatica. Non la dimenticherò mai”, ha raccontato il collega superstite, che era fuori dall’appartamento al piano terra in quei momenti. Gli altri due vigili sono, invece, ricoverati nell’ospedale Garibaldi, entrambi in terapia intensiva.
La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta diretta da Carmelo Zuccaro per fare chiarezza sulle dinamiche, specie perché sono state trovate e sequestrate tre bombole di gas Gpl all’interno dell’appartamento. Non è esclusa, al momento, neanche l’ipotesi del suicidio. Tra la gente che parla davanti all’abitazione gira voce che un ragazzo, suo cliente, lo avrebbe sentito lamentarsi perché malato e in fin di vita. L’anziano avrebbe detto davanti al giovane: “Che campo a fare?”.