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Ergastolo. Condannato e arrestato in aula l’ex primario della clinica degli orrori

di Flavia Testorio10 Aprile 2014
10 Aprile 2014

BregaSi è conclusa ieri la seconda fase del processo contro Pier Paolo Brega Massone, l’ex-primario di chirurgia della clinica Santa Rita di Milano, accusato dell’omicidio di quattro pazienti e di truffa all’erario. I pm del tribunale milanese, Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, hanno deciso per la condanna all’ergastolo. E, subito dopo la sentenza, è scattato l’arresto in aula.

Le accuse ai medici. Effettuavano interventi chirurgici inutili a pazienti in fase terminale e su persone troppo anziane per essere operate. Il tutto, solo per ottenere i rimborsi del servizio sanitario nazionale e intascare un po’ di soldi. È questa la truffa  da circa 2 milioni e mezzo di euro architettata da una equipe medica della clinica Santa Rita di Milano. A farne le spese 4 pazienti, morti sotto i ferri, e un’altra quarantina di casi di lesioni immotivate. A rispondere delle accuse di omicidio e truffa è stato, ieri, Pier Paolo Brega Massone, 49 anni, ex-primario di chirurgia della cosiddetta “clinica degli orrori”, condannato all’ergastolo, con l’aggravante di tre anni di isolamento diurno. Condannati con pena detentiva anche i due aiutanti dell’ex primario: Fabio Presicci a 30 anni, per l’omicidio di un panziente, e Marco Pansera, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, a 26 anni e 2 mesi. Ai due anestesisti, Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona, accusati di cooperazione in omicidio colposo per non essersi opposti ad effettuare le anestesie, sono stati dati un anno e 6 mesi di carcere. Ma la caduta in prescrizione arriverà a giorni. Oltre all’equipe medica, è scattata la detenzione anche per un’infermiera, Enza La Corte. Accusata di favoreggiamento e concorso in omicidio, la pena per lei è di un anno e due mesi.

 La “consapevolezza di Brega Massone”. Secondo la Corte le decisioni così aggravate sono basate sulla consapevolezza da parte del chirurgo che le possibilità di morte per il paziente erano elevate. “Cose inspiegabili” hanno dichiarato le pm, “mutilazioni” inutili con “asportazioni di pezzi più o meno grossi di polmoni”. Operazioni fatte senza prima aver eseguito quegli esami diagnostici che ne avrebbero certificato l’inutilità, e che, invece, permettevano al Santa Rita di ottenere circa 11 mila euro  di rimborso. Il pm Grazia Pradella ha commentato al vicenda, definendo Brega Massone una persona dall’«indole malvagia» che non possiede «il senso dell’umana pietà». «La sua coscienza – ha proseguito – non è la nostra di comuni cittadini e nemmeno quella di un medico».

In seguito alla sentenza, il medico è stato arrestato in aula e scortato al carcere di Bollate. Avendo le possibilità economiche e una vasta rete di contatti l’arresto è stato fatto in via preventiva, perché, secondo le due pm, “c’era la concreta possibilità che fuggisse”. La moglie di Brega Massone, Barbara Magnani, è rimasta basita dalla condanna e con toni accesi ha dichiarato:“E’ normale condannare un medico all’ergastolo? Non vogliono che esca la verità, hanno sempre rifiutato una perizia”. Le richieste dei difensori sono state rigettate dai giudici, rimanendo del tutto inascoltate.

Flavia Testorio

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