HomeCronaca Erano stati bocciati: si costituiscono i responsabili dell’incendio al liceo Socrate di Roma. Non era omofobia

Erano stati bocciati: si costituiscono i responsabili dell’incendio al liceo Socrate di Roma. Non era omofobia

di Alessandra D'Acunto17 Luglio 2013
17 Luglio 2013

Tanta rabbia. O, forse, solo frustrazione e incoscienza. Un peso comunque troppo grande per essere taciuto. Così i quattro ragazzi bocciati che hanno appiccato il rogo sabato mattina, all’alba, al liceo Socrate, nel quartiere Garbatella, a Roma, si sono costituiti ieri negli uffici della Digos e ora rischiano da tre a sette anni di reclusione. Il fuoco ha distrutto otto aule, banchi, sedie, lavagne multimediali e il controsoffitto per un totale di 200 mila euro di danni.

Le ragioni dei ragazzi– “Abbiamo appiccato il fuoco per vendetta, eravamo arrabbiati per la bocciatura ma mai avremmo immaginato che l’incendio potesse provocare tutti questi danni”: queste le parole dei piromani, due diciassettenni e gli altri due maggiorenni, di cui solo uno promosso. Proprio lui, da quanto emerge dalla ricostruzione dei giovani teppisti, ha avuto un ruolo marginale nell’operazione, aspettando fuori dall’istituto in macchina mentre gli altri si introducevano dapprima nel cortile, lanciando uova contro l’ingresso, per poi dirigersi sul retro. Gli studenti sapevano infatti che al primo piano c’era una finestra rotta, accanto alla scala di sicurezza, da cui entrare nell’edificio. Il percorso seguito dai piromani per appiccare l’incendio, ricostruito dalle impronte, ha da subito fatto intuire agli investigatori della Digos e del commissariato Colombo che non poteva trattarsi, come si era pensato in un primo momento, degli stessi atti di teppismo di cui era stata vittima la scuola per il suo impegno nella lotta all’omofobia. Una causa che gli aveva procurato due scritte discriminatorie nei confronti degli omosessuali negli ultimi cinque mesi, gesti  di movimenti di estrema destra tra l’altro sempre rivendicati, al contrario del rogo.
La “bravata” nasceva con dimensioni molto più ridotte di quelle che ha assunto: i ragazzi pensavano di bruciare solo due banchi, “tanto per sfogare la rabbia”. Impauriti dal divampare delle fiamme, appiccate con una tanica di benzina presa ad un distributore nella zona della Montagnola, sono subito scappati alla volta di Torvaianica, dove, dalla casa di alcune amiche, avevano progettato il piano. Il panico ha cominciato a farsi sentire il giorno dopo, quando giornali e televisioni hanno dato la notizia:uno di loro ha deciso di confessare l’accaduto alla madre che, superato lo shock, si è messa in contatto con gli altri genitori. Tutti insieme hanno accompagnato i figli in Questura, dove sono rimasti ore ed ore. L’avvocato difensore Luca Petrucci ha confermato che i giovani sono “pentiti e pronti a collaborare” tanto che uno di loro, mandato dai genitori a lavorare per l’estate, in seguito alla bocciatura, si è anche offerto di donare alla scuola quello che guadagnerà.

I commenti–  Sconsolato il preside del Socrate Vincenzo Rudi che mai, in quarantun anni di servizio, aveva assistito ad un episodio del genere: “Non pensavo che una scuola che lavora con le famiglie potesse generare persone così”. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, che si è recato a visitare l’istituto dopo l’incendio, pensa che “la giusta pena per un atto così grave sia quella di farli contribuire alla ricostruzione della scuola”. Un’operazione onerosa, in termini di costi, ma il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza rassicura: “Troveremo le risorse per riaprire a settembre, stiamo lavorando per questo con gli enti locali”.

Alessandra D’Acunto

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